La Fiorentina è attesa da tre finali. Senza coppe rischio rivoluzione. Disperato assalto all’Europa
Il richiamo è stato forte, soprattutto da parte della società, rappresentata dal ds Daniele Pradè. Mentre la squadra era distrutta negli spogliatoi dalla delusione, dilatata dalla presa di coscienza dell’affetto del Franchi nonostante il ko, la Fiorentina (intesa come staff tecnico e dirigenziale) iniziava l’operazione di salvataggio. Perché di questo si tratta: salvataggio, scrive il Corriere Dello Sport.
La Fiorentina è attesa da tre finali. L’obiettivo è fare nove punti e chiudere a 68. E’ in gioco molto e non si può deragliare, pur nella consapevolezza che il destino non è del tutto nelle mani della Fiorentina. Non entrare nell’Europa nel 2025-26, infatti, costringerebbe a ridisegnare molte strategie. Un minore appeal che potrebbe far evaporare il rapporto con alcuni big, ma non solo.
Kean ha una clausola rescissoria da 52 milioni che può esercitare nelle prime due settimane di luglio; De Gea è in scadenza a giugno, nel suo contratto c’è un’opzione a favore del club viola, comunque poco propenso a entrare in conflitto col giocatore qualora preferisca cambiare aria. Poi c’è Gudmundsson che può essere riscattato ma sul quale dovrà essere fatta una scelta definitiva, anche in base al suo pensiero. Lo stesso Dodo (rivalutato sul mercato) sta trattando da mesi un rinnovo che non riesce a vedere la luce. E oltre loro c’è un folto gruppo di giocatori in prestito sui quali saranno necessari dei ragionamenti, iniziando da Fagioli (che sembra ancora indirizzato verso il riscatto, obbligatorio in caso di qualificazione europea, ma che vive un periodo non brillante) e proseguendo con Zaniolo (nessun pallone toccato nei suoi 18’ contro il Betis…), Adli, Cataldi, Colpani, Folorunsho. Dopo la rivoluzione del 2024 e quella di gennaio se ne prospetta dunque un’altra? E’ presto per capirlo, ma di certo le ultime tre giornate e il verdetto sulle coppe europee avranno un peso fondamentale.
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Redazione LaViola.it