Ottimo impatto di Pongracic nel nuovo ruolo che gli ha affidato Stefano Pioli, da centrale piuttosto che da braccetto
Nuova stagione, nuovo allenatore e nuovo Marin Pongracic, scrive il Corriere Dello Sport Stadio. Il croato era arrivato con lo scomodo compito di rimpiazzare Nikola Milenkovic; proprio contro il suo predecessore, martedì sera a Nottingham, ha disputato una delle migliori prestazioni con la Fiorentina, replicata poi nel pomeriggio di sabato a Manchester. Mettendo a confronto le performance inglesi – con 197 minuti giocati in tre gare è stato il giocatore di movimento più impiegato da Pioli – con quelle del primo Pongracic in maglia viola, la differenza è abissale. Si era presentato con un’espulsione per somma di ammonizioni alla prima di campionato contro il Parma, era il 17 agosto 2024.
Dodici mesi dopo è cambiato tutto. Non solo il ruolo, ma anche quello. Perché Pioli l’ha battezzato come centrale della sua difesa a tre, mentre l’anno scorso Palladino lo utilizzava da centrale di destra: facendo così ha chiesto al croato di prendere ancor più iniziative palla al piede. È lui il primo motore del possesso basso della Fiorentina; è sempre lui il calciatore che spesso rompe le linee con percussioni centrali. Compiti che si addicono alle caratteristiche di un calciatore che, nonostante le difficoltà del primo anno a Firenze, anche con Palladino aveva mostrato letture e visione di gioco ben superiori rispetto ai suoi compagni di reparto. Con Comuzzo e Ranieri ai lati è a Pongracic che Pioli si affida per trovare verticalità e linee di passaggio da esplorare.
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Redazione LaViola.it