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Rassegna Stampa

Bellinazzo: “Fiorentina vale 200 milioni. Il grande salto solo con lo stadio”

Commisso

Il noto giornalista esperto di finanza ha fatto il punto della situazione della società viola

«La frustrazione di Commisso è comprensibile. Gli imprenditori americani sono abituati a lavorare in un altro contesto di regole, invece in Europa i proprietari dei club di calcio sono costretti a mettere mano al portafogli in maniera incessante, se non c’è un fatturato tale da poter ambire a certi livelli». Marco Bellinazzo, giornalista esperto di finanza ed economia nel calcio, fotografa la situazione della Fiorentina, la stessa di altre importanti piazze che si trovano nella «fascia media del calcio italiano ed europeo». «È il grande fallimento — spiega — del Fair play finanziario, che avrebbe dovuto creare una competizione più equa, mentre i dati ci dicono che siamo andati esattamente nella direzione opposta». Scrive il Corriere Fiorentino.

In queste condizioni è lecito attendersi cambi di proprietà sempre più repentini?
«Se guardiamo a quel che è accaduto negli ultimi cinque anni in Europa, il trend è questo, la pandemia non l’ha rallentato troppo. L’Italia, per altro, è un target ideale per gli investitori perché ci sono squadre che hanno blasone e città note in tutto il mondo. Come Firenze, a prezzi più abbordabili rispetto, ad esempio, al campionato inglese. Detto questo penso che Commisso abbia investito bene nella Fiorentina. La piazza è scontenta per la cessione di Vlahovic, però non poteva gestirla meglio visto che le regole attuali rendono di fatto le società schiave di procuratori e giocatori che raggiungono un certo status».

Lo scorso maggio Commisso ha dichiarato di aver speso circa 300 milioni per acquistare la Fiorentina. Quanto può valere la società oggi?

«Non avendo un proprio patrimonio immobiliare, non uno stadio, anche se con il progetto legato al Viola Park ha fatto importanti passi in avanti, tenendo conto degli standard attuali a livello europeo e di una rosa che ha ceduto il suo giocatore più prezioso, direi sui 200 milioni di euro».

Quanto inciderebbe un nuovo impianto?
«Grazie a uno sfruttamento più intensivo della struttura e alle aree commerciali, di media quando c’è un nuovo stadio — che sia di proprietà o venga stipulata una concessione di lunghissima durata — le entrate di quel tipo raddoppiano o triplicano. Per la Fiorentina, che ha un incasso da botteghino tra i 4 e i 10 milioni, vorrebbe dire poter contare su 25/30 milioni. Commisso avrebbe tutta un’altra società tra le mani. C’è da dire, però, che per quanto si possa lavorare bene è difficile che intervenendo su strutture esistenti si possa creare un modello innovativo, funzionale e redditizio. Altrimenti a Milano si sarebbero accontentati di modificare San Siro, senza avviare un nuovo progetto».

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