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Anche Erick Pulgar è ormai prossimo ai saluti. L’ipotesi più probabile è che il cileno finisca al Flamengo. Con la partenza dell’ex Bologna, la Fiorentina si appresta a salutare un altro tassello della prima sessione di mercato Commisso-Barone-Pradè.
LISTA. In quel calciomercato del 2019 in viola arrivarono: Lirola, Boateng, Pedro, Terzic (già preso dall’uscente Corvino), Pulgar, Badelj, Caceres, Dalbert, Terracciano, Ribery, Ghezzal. Dall’Empoli, invece, tornò Dragowski, dal Benevento Venuti. A gennaio, invece, vennero ingaggiati Cutrone, Duncan, Igor, Amrabat (lasciato in prestito a Verona), Agudelo e Kouame.
SUPERSTITI. Di quella lista di calciatori non è rimasto granché. Solo Duncan, Terracciano, Igor e Amrabat saranno ancora giocatori della Fiorentina ai nastri di partenza della prossima stagione, visto che Dragowski, sicuramente, e Terzic, molto probabilmente, lasceranno Firenze. Se si restringe il campo d’analisi alla sola estate, invece, sono rimasti solo Terracciano e Terzic, con la possibilità che ne rimanga solo uno.
SALDO. Male, dunque, dal punto di vista tecnico, non troppo da quello economico, al netto dei pesanti ingaggi che molti dei sopracitati hanno percepito dalla Fiorentina (Ribery, Caceres, Boateng su tutti). Con Lirola, infatti, la Fiorentina ha incassato più o meno gli stessi soldi spesi per prenderlo dal Sassuolo, così come accaduto con Pedro, mentre molti altri sono stati prestiti onerosi rispediti al mittente al termine della stagione. Igor, invece, è l’unico calciatore preso ad un prezzo, valorizzato ed esploso in maglia viola. Anche Amrabat, che di recente è tornato su buoni livelli, si è deprezzato rispetto ai 20 milioni con cui venne preso dal Verona, così come non hanno rispettato le aspettative Kouame e Duncan, anche se il ghanese è tornato affidabile con la cura Italiano. Con le cessioni di Dragowski e Pulgar potrà rientrare qualcosa, anche sei 10 milioni di euro spesi per prendere il cileno dal Bologna non sono stati ripagati sul campo.
 
												
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																							 
																							 
																							 
																							 
									 
									 
									 
									 
														 
														 
														
Di
Gianluca Bigiotti