Già 10 punti di distanza tra i due, che in estate volevano lottare per obiettivi simili
“Ho sentito che Allegri non ci ha messo tra le candidate alla qualificazione alla Champions. Questa frase l’ho scritta sulla lavagna ai miei giocatori…”. Parole che sono diventate presto punto di riferimento, quelle pronunciate da Stefano Pioli nel giorno del suo ritorno a Firenze. Riferimento per la voglia, a parole, di alzare l’asticella e provare a giocarsela per un posto più in alto della zona Conference. Riferimento, poi, per le difficoltà enormi e non previste sul campo che hanno allontanato sempre più la Fiorentina da certe posizioni.
SENZA VOLARE ALTO. Dopo sei partite di campionato, già 10 di fatto i punti di distanza tra Milan e Fiorentina in classifica. Da una parte un allenatore, Allegri, che fin dall’estate ha volato basso: “Dobbiamo rientrare tra le prime quattro”, il mantra dell’ex Juve, tra il realismo di una squadra reduce dall’8° posto dello scorso anno e la necessità di non caricare l’ambiente dopo i primi risultati positivi. Del resto anche il mercato dei rossoneri ha lasciato diversi punti di domanda (su tutti quelli legati all’attacco, con la querelle Gimenez, i continui dietrofront tra Guirassy e gli altri), ma in tanti avevano posto il Milan tra i candidati al titolo soprattutto per il vantaggio di giocare coppe europee. Ma Allegri non si è mai sbottonato: obiettivo Champions.
ALZARE L’ASTICELLA. Una posizione che a parole aveva citato per primo lo stesso Pioli. Magari non per questa stagione, ma con un percorso da portare avanti nel tempo. Ma il viaggio si è complicato enormemente già nelle prime curve. “Non è stata male interpretata quella frase sulla dimenticanza di Allegri. Sono arrivato qui per alzare il livello”, ha ribadito Pioli un paio di settimane fa. “Che a oggi non ci siamo riusciti è vero, ma credo in quello che facciamo. La squadra ha dei valori e troveremo il modo di farli emergere. Ho sbandierato ai quattro venti i nostri obiettivi, ma se vogliamo alzare livello è giusto farlo. Dobbiamo alzare il livello in campo, ma sono ancora positivo e penso che a fine stagione potremo avere ragione”. Era inizio ottobre, poi è arrivata la vittoria risicata contro il Sigma Olomouc in Conference e la sconfitta interna con la Roma. Dove qualcosa in più si è visto, ma i tre punti in sei giornate restano un macigno che va alleggerito al più presto per non circondarsi di brutti fantasmi.
DISTANZA. Milan-Fiorentina sarà così una partita tra due squadre che, a parole, avrebbero dovuto lottare più o meno per gli stessi obiettivi. La realtà ha detto altro, fin qui. Con Allegri che ha iniziato a curare (come al solito) più la fase difensiva ma trovando anche buone giocate con il talento dei suoi giocatori offensivi, mentre Pioli non è riuscito finora né a trovare la chiave giusta in attacco (nonostante l’ambizione di voler giocare con tanti giocatori offensivi), né il modo di coprire la difesa, né tantomeno di far girare il centrocampo. Domenica si sfideranno a San Siro, per un confronto che ha visto esultare Max in ben 15 occasioni, contro gli appena 2 successi di Pioli (entrambi nel 2022/23), a fronte di 6 pareggi.
GRANA NAZIONALI. Entrambi hanno lavorato in questi giorni senza tanti giocatori (15 i nazionali milanisti, 10 quelli viola), ma la sosta ha soprattutto creato grattacapi verso la sfida di domenica. Pioli ha visto fermarsi Kean: anche se c’è ottimismo e la risonanza ha escluso problemi seri, Moise per San Siro resta fortemente in dubbio. Una grana mica da poco per il tecnico viola, che attende di vedere se Piccoli giocherà contro Israele (almeno nella ripresa) ma sa che senza il suo numero 20 è tutta un’altra Fiorentina. Dodo e Fazzini dovrebbero recuperare, più dubbi su Sohm, mentre anche Pongracic è tornato acciaccato ma dovrebbe farcela. Di là diversi problemi anche per Allegri: Estupinan si è fermato per un problema alla caviglia, Saelemaekers per una lesione muscolare all’adduttore. Fuori i due esterni del 3-5-2 utilizzato dal tecnico in questo avvio di stagione. Anche Pulisic non è al meglio (sempre la caviglia), qualche problema al polpaccio per Leao e Rabiot, che però dovrebbero recuperare per domenica.
A SPECCHIO O NO? Da casa rossonera emergono due strade verso la Fiorentina: o Athekame (classe 2004 con appena tre spezzoni all’attivo) titolare a destra, oppure un Pulisic a tutta fascia (difficile), o ancora il passaggio al 4-3-3 provato in estate. La risposta di Pioli? Nella prima settimana di sosta ha lavorato ancora sul 3-5-1-1 visto nel primo tempo con la Roma, ma di fatto senza punte e trequartisti a disposizione (erano in Nazionale Kean, Piccoli, Dzeko, Gudmundsson, Ndour, oltre a Fazzini a mezzo servizio). Attenzione però ai prossimi giorni, perché il tecnico viola si è spesso schierato a specchio con gli avversari.
Di
Marco Pecorini