Lunga intervista del centravanti della Fiorentina ai microfoni del quotidiano serbo. Concetti importanti quelli che ha toccato
Al quotidiano Politika, Dusan Vlahovic ha raccontato i suoi propositi per il nuovo anno ed ha raccontato anche qualche aneddoto del passato, come i consigli datigli da Ribery. “Il successo nel calcio dipende sempre dalla testa. Posso spesso dire che, quando si tratta di ostacoli sulla strada per il successo desiderato, di solito siamo i nostri peggiori nemici. Ora che, spero, quella strada più difficile è stata percorsa, posso dire, almeno per quanto riguarda i miei progetti, che sono riuscito in tutto ciò che mi ero prefissato. Tuttavia, io appartengo al gruppo di persone che non sono mai soddisfatte della situazione attuale. Cerco sempre di più, è nella mia natura. Forse avrei potuto fare di più e meglio, ma sicuramente significa molto per me aver raggiunto Ronaldo (si parla del record di gol, 33, in un anno solare, ndr). Essere fianco a fianco con un calciatore così oggi è sicuramente un grande onore”.
Ancora sul suo approccio al lavoro: “Ho una grande motivazione quando corro in campo. Mi concentro solo sul lavoro. Chi è determinato può e deve avere successo. La chiave del mio successo è stato il momento in cui ho capito che tutto dipende da me“.
Sulla sua famiglia: “La mia famiglia viene prima di tutto. Genitori e sorella. Sono molto legato alla mia famiglia. Il loro amore e supporto significano molto per me. Nei momenti non facilissimi, quando tutto sarebbe potuto andare male, quando ero completamente sopraffatto dalle emozioni, quando attraversavo i momenti più difficili, i miei migliori amici erano lì. In momenti non facilissimi tutti, soprattutto un giovane calciatore che si trova in un altro Paese, hanno bisogno di persone che possano aiutarlo ad affinare determinate forze. Questi sono i miei amici di una vita. Non dimentico le persone che erano al mio fianco quando tutto è stato difficile per me. Senza di loro, mio padre Miloš, mia madre Gordana e mia sorella Anđela, i nonni, tutto sarebbe sicuramente diverso e più difficile. Sono fortunato ad essere circondato da brave persone che mi danno sempre una bella energia“.
Su Prandelli: “In lui sono raccolte tutte le migliori virtù umane. Ci sentiamo spesso. Naturalmente, non ci sono parole che possano descrivere la mia gratitudine verso questo uomo meraviglioso. Un giorno venne, mi invitò a un incontro e mi disse che avrei avuto una possibilità. Ricordo bene le sue parole di sostegno e che, qualunque cosa sarebbe accaduta, lui sarebbe stato sempre con me. Non ho segnato nelle prime cinque partite. È stato difficile, perché ci si aspetta sempre il gol dagli attaccanti. Dopo quelle partite mi ha dato ancora più supporto, mi ha messo come primo rigorista. A fine dicembre ho segnato un gol al Sassuolo, poi un altro, poi alla Juventus. È così che è iniziato tutto“.
Su quel gol sbagliato a Milano contro l’Inter: “Eravamoin vantaggio a “San Siro” (3-2), ho avuto l’opportunità di finire il lavoro e assicurare la vittoria alla Fiorentina. Ma è successo quello che meno speravo. Sono grato che tutto mi sia tornato in mente dopo. Ha rafforzato il mio carattere. Non sono mai caduto in un circolo vizioso. Ero sempre pronto ad affrontare tutti i problemi, pronto a lottare fino alla fine. Ma è stato il primo periodo difficile per me, perché le aspettative erano alte. Mi è capitato di perdere l’occasione. Dopodiché, quando ho preso il telefono tra le mani, ho visto che la situazione era grave. Le critiche sono state forti sia sui social che sui media. In quel momento, mi sono seduto, determinato a fermare tutto. Mi sono detto: ok, ho sbagliato, ma ora devo sistemare le cose. Ho spento il telefono. Da allora, ho iniziato a lavorare ancora più duramente. Ho promesso a me stesso e alla mia famiglia, prima di tutto a mio padre, che avrei raggiunto tutti i miei obiettivi, indipendentemente dagli ostacoli che si sarebbero incontrati“.
Sulla pressione di essere il più cercato in Europa: “Discuto di tutto con i miei genitori e i miei manager. Ho una grande stagione alle spalle, sono consapevole di aver fatto un passo serio nella mia carriera. La Fiorentina non è un piccolo club, ma una grande squadra in Italia, che ha una tradizione, tifosi, giocatori. Ho pensato che avrei dovuto affermarmi come giocatore, per ripetere la stagione dello scorso anno, che è stata come una favola”.
Sul rapporto con Commisso: “Rocco Commisso è soprattutto un uomo serio e un grande presidente, che sa quello che vuole in ogni momento. È molto ambizioso quando si tratta di tutto. Ovviamente non ho nulla contro la sua volontà, perché fa tutto parte del lavoro. Non mi ritiro mai, non è nel mio carattere. Inseguo gli standard più elevati in tutto. Si può trovare un compromesso con il presidente? Mai dire mai. Ma attualmente sono concentrato su nuove vittorie“.
Sul fatto che il figlio del Presidente della Serbia sia nel suo entourage: “Questa è una sciocchezza. Non parliamo di storie che non sono vere“.
Sulla Fiorentina e sul futuro: “L’ho affermato più volte finora. Qui a Firenze si sta facendo una bella storia di calcio. Abbiamo una buona squadra, grandi calciatori, un grande sostegno da parte dei tifosi. Tutto merita rispetto. Solo Dio sa cosa accadrà nel prossimo futuro. Il mio desiderio è quello di portare la Fiorentina in Europa, perché non ci giochiamo da molto tempo. Non so cosa succederà più avanti. Vedremo”.
Sui consigli di Ribery: “Ho parlato molto con Frank Ribéry. I suoi consigli mi hanno aiutato molto, anche nei momenti più difficili. Abbiamo parlato per ore, mi ha spinto ad allenarmi quando facevo fatica. Continuava a dirmi che ero un buon giocatore“.
I propositi per l’anno nuovo: “Che sia migliore dell’anno appena finito, che io sia il migliore al mondo e che segni ancora più gol e che la Fiorentina sia ai vertici del calcio italiano“.
Di
Redazione LaViola.it