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Vlahovic, serata stregata. Fischi, cori e striscioni. Poi consola Venuti

Il grande ex, tra fischietti e riferimenti all'Inferno di Dante. Sul campo poco servito e un'occasione respinta da Terracciano

Il Franchi si è improvvisamente ammutolito al minuto 91, quando Lorenzo Venuti ha sciaguratamente infilato nella porta sbagliata il pallone del successo bianconero. Dusan Vlahovic ha impiegato qualche secondo ad accorgersi di ciò che stava succedendo, perché impegnato a segnalare all’arbitro un fallo di mano.

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Però quel silenzio dev’essergli sembrata musica purissima e celestiale per le sue povere orecchie, martoriate dall’accoglienza dei suoi vecchi tifosi. E’ stato un attimo, perché subito dopo il popolo viola ha ricominciato a fischiarlo.

Lui, incurante di tutto e senza mai un gesto di stizza, ha chiuso la serata a testa alta e andando a consolare l’ex compagno, perché il passato non si dimentica, anche quando una parte di quel passato non vuole più saperne di te.

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Dusan non ha segnato, ma la sua Juventus ha fatto un piccolo passo verso la finale di Coppa Italia, scrive La Gazzetta dello Sport. RISCALDAMENTO. La partita di Dusan è iniziata poco dopo le 20.20, quando si è presentato in campo per il riscaldamento.

Ad accoglierlo, 10 mila fischietti che i tifosi della Fiorentina hanno trovato come gentile omaggio sui seggiolini. Lo stesso bentornato riservato a Mohamed Salah quando si ripresentò al Franchi con la maglia della Roma. Oppure, per restare in tema bianconero, quello che era accaduto a Gonzalo Higuain la prima volta che tornò a Napoli dopo il trasferimento alla corte di Madama.

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CORI E DANTE. Vlahovic se l’aspettava, probabilmente anche per questo ha evitato il giro di campo in divisa appena arrivato allo stadio insieme agli altri compagni. I tifosi della Juventus dal settore ospiti hanno cercato di farlo sentire a casa, ma al loro coro «Dusan Vlahovic ce l’abbiamo noi», quelli viola hanno risposto con «Buffone» e «Sei uno zingaro».

Ogni tiro fuori bersaglio nel pre partita (pochi, per la verità) veniva festeggiato con un «Olé», così come ogni palla persa nel corso del match è stata accolta dal pubblico di casa quasi con lo stesso entusiasmo di un gol della Viola.

Dusan è stato l’ultimo a uscire dal tunnel e ha toccato subito il primo pallone. Difficile che abbia avuto il tempo di guardare e soprattutto di comprendere la coreografia srotolata dalla Curva Fiesole, con una gigantesca immagine di Dante Alighieri e un riferimento al canto 32dell’Inferno, quello in cui si parla dei traditori dei parenti.

Primo tempo chiuso con zero tiri in porta della Juve, a parte una conclusione del serbo, deviata. Poi ancora fischi e qualche buu per un colpo di tacco errato nella ripresa. SERATA COMPLICATA. Per gli irriducibili tifosi viola la paura della beffa si è materializzata nel secondo tempo, quando Vlahovic ha trasformato un lancio di De Sciglio in un’occasione ghiotta ma sprecata: con Terracciano fuori dai pali ha calciato alto ma non abbastanza per scavalcarlo.

Per DV7 è stata una serata complicata, dal punto di vista ambientale ma anche sotto il profilo tattico, sempre marcatissimo e spesso con due uomini addosso.


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