Vlahovic è andato via, la Fiorentina è rimasta. E questa è la notizia migliore

Di seguito riportiamo un pezzo di spalla di Alberto Polverosi, pubblicato stamani sul Corriere dello Sport-Stadio

Quello che ha colpito nelle ultime due partite è il carattere della Fiorentina e il suo gioco. Sono rimasti gli stessi di quando c’era Vlahovic. Cosa abbia perso Italiano sul piano dei gol lo sapremo con esattezza solo a fine stagione, ma già oggi è lecito pensare che abbia perso tanto, tantissimo.

Tuttavia la Fiorentina non ha perso la sua identità. A Bergamo ha giocato meglio dell’Atalanta nella prima mezz’ora, dopo ha sofferto senza andare in crisi e alla fine, anche con un uomo in meno, non ha smesso di attaccare e per questo ha vinto la partita.

A La Spezia non si è fatta piegare, e nemmeno innervosire, dal rigore sbagliato dopo un quarto d’ora da Piatek, non è andata in crisi quando Amrabat ha commesso l’errore folle sul gol dei liguri ed è riemersa con lo stesso spirito, lo stesso carattere e la stessa organizzazione di gioco dei suoi giorni migliori.

Certo, Vlahovic mancava anche contro la Lazio, quando Cabral ha avuto sulla testa la palla dell’1-0 e invece l’ha consegnata nelle mani di Strakosha. Ci fosse stato Vlahovic..., è stato il pensiero di tutti. Ma Dusan c’era anche a Torino quando la Fiorentina ne ha presi 4 dai granata, e anche a Venezia quando i viola sono stati battuti dopo la più brutta partita della loro stagione.

Meglio chiarire: la cessione di Vlahovic peserà sul campionato della Fiorentina, però non sta pesando sul gioco, sul carattere, sulla qualità della manovra. E questa è una grande vittoria, è il vero segnale della continuità. Non c’è stato smarrimento, non c’è stata paura, la Fiorentina ha proseguito dritta sulla sua strada.

In questo suo convincente percorso arriveranno altre sconfitte, altri momenti difficili, ma ora c’è una consapevolezza nuova, data proprio dalla cessione di Vlahovic: la Fiorentina è ancora una squadra vera. (...)