Due reti in Conference, gol annullato e palo con la Lazio. Terza da titolare o turnover per il 9 viola?
Due ‘9’ a confronto. Tra passato, presente e futuro. Con una ‘lezione’ che torna quanto mai d’attualità. Quella che vide protagonista Cesare Prandelli con Dusan Vlahovic. Un ‘esempio’ che, magari, potrebbe sfruttare anche Vincenzo Italiano con Lucas Beltran.
FIDUCIA. Il concetto è in realtà piuttosto semplice, e chiama in causa la fiducia. Che nel calcio si tramuta in continuità sul campo. Aspetto fondamentale, soprattutto per un giovane. Soprattutto per un attaccante di belle speranze, che magari ancora non è riuscito a convincere in pieno. Correva il novembre 2020, una Fiorentina in difficoltà chiamò Prandelli in panchina. C’era soprattutto da superare quella tremenda fatica a fare gol. Vlahovic, Cutrone, Kouame: nessuno, ormai da mesi, dava garanzie, tanto che si parlava di nuovi arrivi a gennaio. Prandelli però fece una cosa coraggiosa ma semplice: dare fiducia a chi faceva intravedere più potenzialità. Vlahovic appunto. Cinque partite di fila da titolare, e alla quinta, ecco il gol liberatorio del serbo. Su rigore, contro il Sassuolo. Poi di nuovo a segno, sempre dagli undici metri, la partita successiva contro il Verona. Quindi ancora centro a Torino, contro la Juve, in quel clamoroso 3-0 allo Stadium prima di Natale.
“PIU’ DI UN PADRE”. Una scelta che fu decisiva per la storia di Vlahovic e per la Fiorentina, che grazie ai gol del serbo (21 in quella stagione) poi si salvò. Con Prandelli per Vlahovic 11 gol e 4 assist in 23 partite. Non è un caso se solo con Italiano (20 gol e 4 assist in 24 partite) il serbo ha avuto una media realizzativa migliore rispetto al periodo con il tecnico di Orzinuovi (con Allegri 27 gol e 8 assist in 71 partite, con Iachini 13 gol e 1 assist in 36 gare). “Mi emoziono sempre a parlare di lui. Mio padre non avrebbe fatto quello che Prandelli ha fatto per me“, disse Vlahovic. “Lo ringrazio tanto, ci sentiamo spesso. Mi ha spinto avanti, mi ha supportato e lo ringrazierò per tutta la vita”.
TERZA DI FILA PER BELTRAN? Una ‘lezione’, appunto, che potrebbe essere utile anche per Beltran. L’argentino si è sbloccato in Conference con una bella doppietta, alla seconda gara di fila da titolare ha poi centrato un’altra bella prova contro la Lazio: tra i pochi a salvarsi con un gol annullato e un palo colpito. Cosa fare quindi adesso? Dargli la terza gara di fila dall’inizio o preferirgli uno Nzola fin qui apparso in grande difficoltà? La risposta potrebbe sembrare scontata, ma Italiano valuterà anche le caratteristiche dei due giocatori per scegliere chi schierare domani. Del resto, sia contro il Cukaricki che contro la Lazio, il tecnico ha sostituito Beltran a cavallo dell’ora di gioco, facendo storcere il naso a diversi tifosi viola che avrebbero preferito un maggior minutaggio per l’argentino.
IL DUBBIO. Da una parte, ovviamente, c’è la volontà di non lasciare per strada un attaccante come Nzola in evidente difficoltà psicologica, un investimento comunque importante della società e fortemente voluto dallo stesso Italiano. L’allenatore sa bene cosa può dare l’angolano, con cui ha convissuto a La Spezia e a Trapani. Dall’altra però c’è la chance di vedere finalmente sbocciare il ‘9’ argentino, considerato un talento puro anche se acerbo magari tatticamente e con caratteristiche non da centravanti tipico. Un dubbio grande che Italiano si porterà dietro fino a domani. Ma la ‘lezione’ di Prandelli potrebbe indicare la strada.
Di
Marco Pecorini