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Viola, soliti difetti e Quarta disastroso. Cambi decisivi, Jovic in crescita: si candida per Praga

Fiorentina distratta dietro, la Roma colpisce ma poi si abbassa. Decisivi i cambi da entrambe le parti: Jovic e Ikoné ribaltano tutto

La Fiorentina ha vinto ma ha presentato i soliti difetti: tanto possesso palla, baricentro altissimo, ma difficoltà sotto porta e soprattutto il viziaccio di lasciare troppi spazi nelle ripartenze. La Roma ha giocato al gatto col topo per quasi un’ora ma un po’ per i cambi forzati in vista di Budapest e un po’ per il vizietto di arretrare troppo ha gettato al vento la vittoria. Anche perché nel primo round il bottino poteva essere più cospicuo. Quarta era in giornata disastrosa. Così la Roma è andata in vantaggio presto con un El Shaarawy in gran spolvero che sfruttava il cross di Belotti e la torre di Solbakken. Poi gli stessi Faraone e Belotti hanno sfiorato il raddoppio con due sassate precise su cui il quasi deb Cerofolini ha mostrato le sue qualità. Dall’altro lato, il tanto possesso ha fruttato la miseria di un colpo di testa di Jovic, il più vivo da subito, e un inguardabile, impacciato, tentativo di Ikone da due passi. Così scrive La Gazzetta dello Sport.

RIBALTATA. Nel secondo round la musica è cambiata per motivi precisi. Mourinho pensando alla finale di Europa League ha sostituto subito i due migliori: l’assaltatore El Shaarawy e il muro Smalling. Mentre Italiano toglieva dalla disperazione Quarta per Milenkovic e dava riposo a Biraghi per Terzic. Per una ventina di minuti la Roma ha tenuto lo stesso ma non è stata più pericolosa, mentre la Viola saliva di tono. E qui Mourinho, passando con le altre sostituzioni a un 5-3-2, ha abbassato troppo la squadra. Con Dodo, Sottil e poi Kouame come rinforzi, la Viola ha spinto forte sull’acceleratore. Dodo ha cambiato l’inerzia della sfida e nel finale la Viola è riuscita a ribaltare il risultato con le zampate di Jovic (anche se la torre di Mandragora è viziata da un fallo dello stesso su Missori) e Ikoné (l’unica cosa buona) da due passi.

VERSO LA FINALE. Italiano ha tratto almeno una indicazione importante: Jovic, seppur con colpevole ritardo, è in grande crescita. Il serbo è più vivo, più dentro il gioco, si crea le occasioni. Era già successo con il Torino e soprattutto quando è entrato nella finale di Coppa Italia con l’Inter, dove ha sbagliato un gol e uno glielo ha netto Handanovic. Fossimo in Italiano, non avremmo dubbi su chi schierare davanti a Praga il 7 giugno, conclude la Gazzetta.

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