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Viola Park un fortino: così la società si è chiusa alla città

Il nuovo, bellissimo, centro sportivo viola come un fortino da cui non uscire più. Da cui non avere più contatti con la città intorno

Quello che poteva essere il rischio più grande, si sta materializzando. Il Viola Park che nel momento d’oro di fine anno aveva accolto e moltiplicato l’entusiasmo crescente della piazza, adesso si sta trasformando in un fortino tra nemici da tenere all’esterno e spifferi che rischiano di minare ancora di più il gruppo. Scrive il Corriere Fiorentino.

Una specie di cortina di ferro che, oltre a tenere fuori le critiche (ma non poi tanto visto che vengono rilanciate per contestarle dallo stesso canale ufficiale) non fa filtrare però nemmeno le perplessità della città. Che poi sono anche quelle di Biraghi, il capitano, che dopo la sconfitta di Lecce ha richiamato tutti i compagni ad un brusco, e netto, cambio di atteggiamento.

Per non parlare del nervosismo di Bonaventura, evidente ormai in ogni partita e che si riflette sulle sue prestazioni scese di livello, delle accuse arrivate dal suo procuratore («La Fiorentina è permalosa») e di quello che poi, alla fine, è l’unico giudice inappellabile: il campo.

Andrà anche tutto bene insomma come viene ripetuto ogni mattina dagli studi del Viola Park ma la Fiorentina nel 2024 ha vinto una sola partita. E il primo passo per uscire dalle difficoltà sarebbe rendersene conto e, tutti insieme, provare ad analizzare con lucidità quello che sta succedendo. Senza cercare nuovi o vecchi nemici, ma cercando di ritrovare uno spirito unitario che il Viola Park dovrebbe rappresentare.

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