Il centro sportivo della Fiorentina si è arricchito con due nuovi campi, inizialmente destinati a uso agricolo. Ecco come
Il Viola Park si è allargato su terreni a destinazione agricola senza che, al momento, ci sia stato nessuno che ha sollevato obiezioni. Il portale QuiAntella ricoda che la presentazione del progetto del centro sportivo della Fiorentina nella piana di Ripoli, nel novembre 2019, mostrò dieci campi di calcio regolari (compresi i due dei mini stadi). Dieci campi si vedono nelle mappe del progetto e nei rendering. Di dieci campi parlò l’architetto Marco Casamonti, nella descrizione dell’intervento. Dopo qualche tempo i dieci campi, sono diventati dodici, anche nelle descrizioni. Quale “miracolo” ha permesso questa proliferazione?
QuiAntella racconta che nell’ottobre 2019 Commisso acquistò i terreni del Pian di Ripoli sui quali costruire il centro sportivo ma non tutti i 25 ettari. Mancava ancora l’acquisizione dell’area, di circa tre ettari, quella più a est, verso la rotonda di Quarto, lambita da via di Rosano e via Pian di Ripoli. Il presidente Commisso, però, aveva fretta, così i tecnici ingaggiati dalla società viola poterono presentare al Comune di Bagno a Ripoli la richiesta di cambio di destinazione solo dei 22 ettari già di proprietà della Fiorentina.
Ecco che il progetto deve limitarsi a dieci campi di calcio. In un momento successivo, però, la Fiorentina è entrata in possesso anche dell’area ad est, ma ormai l’iter della variante urbanistica era già stato avviato. La variante urbanistica è stata quindi approvata per i 22 ettari iniziali. Infatti nei rendering mostrati alla presentazione del progetto, i tre ettari rimasti a destinazione agricola venivano raffigurati come area verde coperta da olivi.
L’idea iniziale era però quella dei 12 campi e la Fiorentina, ad un certo punto, ha iniziato a fornire la descrizione del Viola Park con quel dato. Si gioca sull’equivoco: la zona rimasta a destinazione agricola viene trasformata in un grande prato sul quale si fanno correre i baby viola. Niente di irregolare. Un prato rientra nella “destinazione agricola”. Poi arrivano le porte, prima quelle mobili, poi quelle più grandi. Tutto intorno viene realizzata la stessa viabilità interna che caratterizza il Viola Park. Infine, si aggiungono due totem con le indicazioni delle varie zone del parco e si alza una alta rete di protezione per evitare che i palloni arrivino sulla strada.
Ma il sindaco Francesco Casini precisa a QuiAntella: “Sono tutte strutture mobili fatte per esercizi ed eliminabili, comunque verificherò anche personalmente. La rete è legittima. Autorizzata dalla Soprintendenza come richiesto anche dal Comune per la sicurezza stradale”. L’ok della Soprintendenza al Comune è arrivato con la seguente indicazione: “che in area agricola non siano apposti né il deposito per attrezzature utilizzate durante gli allenamenti, né la rete parapalloni, ad eccezione della porzione di rete prospicente via Pian di Ripoli, la cui installazione risulta opportuna ai fini della sicurezza stradale”.

Di
Redazione LaViola.it