Viola giovane e intrigante. Con Pjaca un tridente tutto da scoprire. Sulle strategie…

Va formandosi una Fiorentina giovane, intrigante, e che può togliersi delle soddisfazioni. Manca il sostituto di Badelj, e restano dei dubbi sulla strategia societaria.

Se Pantaleo Corvino e la Fiorentina avessero scelto di non pagare subito Pjaca, o comunque di non voler inserire l’obbligo di riscatto per un discorso tecnico, o per i dubbi sulla tenuta di un calciatore reduce da due pesanti infortuni e due stagioni quasi anonime, sarebbe stato un altro discorso.

Invece, e questa è la sostanza, la Fiorentina deve ringraziare lo stesso Pjaca che ha voluto con forza vestirsi di viola e la Juventus che alla fine ha ceduto alla richiesta della Fiorentina. Non c’è budget, nonostante si fosse più volte sbandierato come questa estate sarebbe stato possibile acquistare senza cedere.

Ed invece, al di là di Gaspar, il tutto fin qui è stato maledettamente legato proprio alle mancate uscite. Non dei big, sia chiaro. Perché quelle erano già arrivate la scorsa estate, con un utile importante accantonato dalla società per rientrare dei passivi precedenti e per costruire il centro sportivo per la cantera viola. Senza dimenticare che in ponte, in teoria, ci sarebbe anche il nuovo stadio.

Perché su questo è stata più che coerente la Fiorentina. Nessun titolare partirà. E sono state rifiutate valanghe di milioni che altre società hanno invece preferito incassare per cambiare alcune pedine. Come hanno fatto Samp, Atalanta, e probabilmente farà anche il Torino. Quelle che ormai sono diventate le competitors della Fiorentina. A meno che qualcuno davanti non toppi.

Il vero problema è che gli esuberi non trovano acquirenti. Saponara, Eysseric, Cristoforo, Maxi Olivera, Baez, Sanchez e via discorrendo non hanno portato il cash che serviva a Corvino per andare ad investire.

La base di partenza è decisamente migliore rispetto all’anno scorso. Peccato che Badelj non sia stato sostituito. E non è cosa da poco. Ma in tutto ciò c’è la speranza. Che la base solida possa e debba migliorare avendo acquisito un anno di esperienza. Chiesa, Simeone, Benassi, Milenkovic su tutti. Da loro ci si attende un salto di qualità, che sulla carta, nelle corde, hanno tutti.

Lafont sta dando ottime sensazioni, Pezzella e Veretout basta che non facciano peggio, e Pjaca se esplode può davvero rappresentare insieme a Simeone e Chiesa un tridente quantomeno intrigante. Mirallas alternativa, jolly che può ricoprire tutti i ruoli in attacco, e Montiel a far la spola tra Primavera e prima Squadra. E poi c’è Vlahovic, del quale per ora si hanno solamente ottime referenze e qualcosa di apprezzabile nell’estate di amichevoli e ritiro. Gerson può fare la differenza in mezzo al campo, peccato che sia arrivato in prestito secco a causa, appunto, del mancato budget. Ma poteva andar peggio.

Il loro gli uomini mercato lo hanno fatto. Il danno non è stato fatto in queste settimane, ma in sessioni di mercato precedenti quando, anche se non in maniera testuale, anche chi li ha portati a Firenze ha ammesso di non aver ingaggiato proprio dei campionissimi. E smaltirli, cercando anche di incassare qualcosa, è compito arduo.

La testardaggine di Corvino e della Fiorentina di non pagare subito Pjaca, anche se la formula con la recompra non piace ai più, ha pagato. Il problema forse sta altrove. Ovvero nella scelta di base di partire con una strategia troppo legata al costo zero ed al pareggio di bilancio. Che in prospettiva, è ancor più opinabile se in rosa hai elementi che tra un anno, qualora che lo cose non dovessero andare nel verso sperato, potrebbero permetterti comunque di rientrare. Ma questo è un vecchio discorso, che ci riporta al mercato di gennaio di Sousa. E lì non c’era Corvino. Non completare a dovere una rosa davvero interessante potrebbe essere l’ennesimo rimpianto.

Ma ci sarà tempo per i bilanci, quelli sportivi, si intende. Intanto, come detto, resta la speranza e la curiosità verso una Fiorentina giovane, bella, e sulla carta straordinariamente intrigante.