Domenica sera il match che profuma d’Europa. Ma il clima sarà particolare
«Tanto a Roma si perde, l’è come se si partisse dall’uno a zero». Vox populi a volte non mente. E la gara dell’Olimpico sembra in effetti un po’ scivolosa. Dybala e Lukaku? Sì, certo, anche loro. Il clima dello stadio? Senza dubbio. La tradizione negativa? Va bene, mettiamoci anche quella. Ma ciò che preoccupa di più è la gara oltre la gara, quella che si gioca fuori dal terreno di gioco, quella del potere e dei condizionamenti a volte pesanti, pesantissimi, delle parole, scrive stamani La Nazione.
L’imputato numero uno è ovviamente Josè Mourinho. Basta andare indietro di qualche giorno. L’allenatore portoghese è un maestro della comunicazione, solo che qualche volta rischia di passare dalla comunicazione alla provocazione. Come considerare altrimenti le dichiarazioni sull’arbitro Marcenaro prima della gara col Sassuolo? «Non ha la stabilità sufficiente emozionale per una partita di questo livello» aveva detto lo Special One. E ancora: «Vedrete che con Marcenaro, Mancini prenderà un giallo dopo 10 minuti e salterà la Fiorentina».
Il cartellino che non è stato sventolato in faccia a Mancini (nonostante lo meritasse davvero) e la conseguente mancata squalifica del giocatore potrebbero essere un’indizio della capacità di condizionamento di certe prese di posizione. E le risposte in portoghese a chi lo intervistava in italiano? Mah… Il problema è che certi comportamenti rischiano di falsare una gara già prima del suo inizio. (…)
Di
Redazione LaViola.it