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Un problema di mira che rischia di fare della Fiorentina una splendida incompiuta

Con la Juventus 21 tiri e 0 gol, un film già visto che pesa sugli obiettivi della formazione di Italiano: «Manca concretezza»

Non sarà stato e non sarà un mostro di simpatia (almeno per i tifosi della Fiorentina), ma Adriano Galliani è stato sicuramente uno dei migliori dirigenti del calcio italiano. Rapporti, conoscenze, abilità e, per quanto riguarda il mercato, poche regole, ma chiare. Tra queste, vale la pena citarne una. Scrive il Corriere Fiorentino.

«Quando devo decidere se comprare un attaccante e prima di fargli un’offerta per l’ingaggio guardo sempre l’almanacco Panini». Del resto, per le punte, funziona così. E Vincenzo Italiano è uno dei primi a saperlo. Non a caso, fin dal ritiro di Moena, ripete come un ossesso che «gli attaccanti devono segnare». Concetto banale ma che per la sua Fiorentina resta una specie di miraggio.

Basta dare un occhio ai numeri infatti, per rendersi conto di quanta fatica facciano i viola a trasformare in reti l’enorme mole di gioco che son capaci di sviluppare. E la sfida dell’altra sera con la Juventus, da questo punto di vista, è stata soltanto la punta dell’iceberg. Proprio ieri, tra i tifosi viola, circolava una battuta: «Siamo riusciti a perdere due partite su due con la Juventus senza subire tiri in porta».

Anche in campionato infatti, allo Stadium, andò più o meno come mercoledì

Viola padroni, ma beffati da un tiro cross deviato di Cuadrado. In Coppa però, si è andati addirittura oltre. Piatek e compagni hanno calciato addirittura 21 volte in porta contro 6 eppure, alla fine, sul tabellone si leggeva Fiorentina-Juventus 0-1. Di quelle 21 conclusioni infatti, soltanto 6 sono finite nello specchio della porta. Un evidente problema di mira che, come detto, pesa sulle spalle della banda di Italiano fin dall’inizio della stagione. E che, alla lunga, rischia di fare della Fiorentina una splendida incompiuta.

In campionato, per esempio, i viola hanno segnato 45 gol (1,73 di media ogni 90’), a fronte di 346 conclusioni totali. Significa una rete ogni 7,68 tentativi. Alla Lazio, tanto per citare una diretta concorrente per l’Europa, ne bastano 5,5. «È un problema che abbiamo dall’inizio dell’anno — spiegava l’altra sera il mister — i nostri esterni devono essere più concreti e pretendere molto di più da se stessi perché è un peccato vanificare tutto il lavoro che fanno». La domanda era su Ikonè che, tra Sassuolo e Juventus, ha sprecato (almeno) tre nitide opportunità. E così torniamo a quella famosa regola di Galliani. E il fatto che né il francese, né Nico Gonzalez, Sottil, Saponara e Callejon riescano a segnare con continuità, non può certo essere una sorpresa.

L’ex Lille, giusto per ripartire da lui, ha giocato 203 partite in carriera (tra Psg, Montpellier, Lille e Fiorentina), segnando 22 gol: uno ogni 9,2 partite. Nico invece, conta 151 presenze con maglie di club, e 37 centri: uno ogni 4 gare. Per non parlare di Saponara (42 gol in 282 presenze), Callejon (137 in 617 partite) e Sottil che, ad oggi, in 81 partite tra i professionisti ha segnato 9 reti.

E così Italiano si ritrova con una squadra che perso Vlahovic per segnare dipende quasi esclusivamente da Piatek

Visto che, i suoi esterni, non segnano (quasi) mai. Nico Gonzalez comunque utilissimo alla causa viola, in campionato ha tirato 40 volte, per trovare 2 gol. Significa un gol ogni 20 conclusioni.

Fanno un po’ meglio Sottil (20 tiri e 3 gol) e Saponara (25 e 2). Mentre Callejon per trovare l’unica rete stagionale (in Serie A) ci ha dovuto provare 14 volte. Tutto, purtroppo, ampiamente prevedibile. Bastava guardare l’Almanacco…

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