Il 2019 si chiude con l’esonero dell’allenatore, un nuovo tecnico da trovare, mille problemi sulle infrastrutture, una classifica disastrosa, e con un mercato da rifare
Quella famosa pagina è stata voltata. A giugno, la più importante, quando Rocco Commisso ha rilevato la Fiorentina chiudendo il capitolo Della Valle. Nelle scorse ore quando Montella è stato esonerato. Ora c’è da scrivere quello che accadrà.
2019 HORROR L’anno che va in archivio è di quelli sportivamente da incubo. Come se non fosse bastato l’incubo B evitato all’ultimo tuffo a maggio, una piazza che ha risposto con un entusiasmo da record facendo quasi 30 mila abbonamenti e invadendo città avversarie in massa si ritrova di nuovo a vedere la B vicina come non mai. Solo il Genoa in tutto il 2019 ha fatto meno punti della Fiorentina, e parte di questi li ha fatti proprio contro i viola. Al Franchi ultimamente passeggiano tutti, o quasi. Non c’è grinta, non ci sono risultati, e dalla voglia di spaccare il mondo c’è di nuovo da doversi compattare per evitare il peggio.
RIPARTIRE L’unica cosa che può fare la Fiorentina è ripartire. Se l’anno scorso si era preferito fare una guerra di comunicati per portare al cambio di allenatore, e Montella venne confermato fino all’ultimo tuffo nonostante un impatto disastroso, la fiducia di cui ha goduto l’ormai ex allenatore da parte della Fiorentina a suon di mancati esoneri è stata anche troppo prolungata. Ripartire, appunto. Ma come? Se il desiderio di molti è quello di farlo con un tecnico di grido, la realtà impone cautela. Lo scenario più verosimile è quello di un tecnico abituato a lottare per la salvezza, per poi in estate puntare con forza su un allenatore di primissimo livello. Che poi era anche la stessa idea avuta dalla Fiorentina la scorsa estate: andare avanti con Montella fino al termine di questa stagione, e poi cambiare. Sollevarlo dall’incarico ancor prima di avergli dato una chance non era nello stile di Rocco Commisso. Esperimento, e azzardo, tuttavia sbagliato.
BASTA ALIBI AI CALCIATORI Non era tuttavia più difendibile la posizione di Vincenzo Montella. Anche perché la squadra ha i punti in classifica che più o meno si merita. Potevano essere qualcuno in più, come quelli sfumati con la Juve e con l’Atalanta, ma anche qualcuno in meno rispetto a quelli ottenuti col Sassuolo o con la stessa Inter. Ma a preoccupare è il trend che questa squadra non ha mai dimostrato di poter invertire dopo la sconfitta con la Lazio. Di alti e bassi ce n’erano stati, ed erano previsti. Ma il prolungarsi di prestazioni inaccettabili che si sono susseguite da Cagliari in poi non ha dato scampo a Montella. Basta, adesso, alibi ai calciatori. Molti hanno deluso. Quasi tutti. E se qualche acquisto è stato sbagliato, non è possibile che lo siano stati tutti. Forse qualcuno non sarà all’altezza di vestire la maglia viola, ma che tutti siano dei brocchi incapaci è difficile da credere. Da Lirola a Caceres, passando per Pulgar e Badelj. Se qualcuno ha sbagliato qualche partita, altri hanno sbagliato quasi tutte le gare. Pedro, Zurkowski sono ancora dei misteri. Rasmussen è stato un disastro, Boateng un flop. Adesso anche dal gruppo di calciatori ci si attendono risposte forti. Non c’è più il parafulmine Montella. Chi è deluso, chi ha il broncio, chi ha mal di pancia, può anche andarsene.
MERCATO Nelle ambizioni della Fiorentina c’è quello di fare un prossimo anno da protagonisti e da alta classifica. E tutti sono sotto la lente di ingrandimento. Chi non sarà giudicato all’altezza farà le valige. D’altronde non c’è l’esigenza di fare per forza plusvalenze, come disse Pradè appena insediatosi parlando della nuova proprietà. Ma di falle ce ne sono tantissime da colmare. In mediana soprattutto. Ma anche davanti. Non segna mai questa squadra, non gioca, e non corre. Ma a gennaio si sa, è un mercato particolare e difficile. “I soldi non sono un problema” disse Commisso, andando però a cozzare con quanto accaduto in estate e con quella lista di calciatori non funzionali che Pradé e Barone hanno dovuto e voluto piazzare altrove prima di acquistarne altri. E in questo mercato che si aprirà se ne saprà di più. Sui fatti che verranno messi a referto più che sulle intenzioni. Perché in estate molte cose non sono andate come dovevano. Da De Paul a Politano passando per Berardi e Tonali. “Abbiamo preferito non comprare tanto per comprare” disse Pradé. Ma la rosa allestita è rimasta monca. E si sono visti i risultati. Anche per lui gennaio sarà un banco di prova fondamentale. Gli alibi sono terminati per tutti.
GIOVANE PROPRIETA’ Commisso non poteva immaginarsi di trovarsi in questo scenario. Viene da un altro mondo, e avere la proprietà dei Cosmos non può essere messo a paragone con la realtà del calcio italiano. Ci stava sbagliare qualche scelta, dal viaggio in America in estate alla conferma di Montella, così come nella piena fiducia a Daniele Pradé. Qualcosa poteva andare storto. Così storto, però, era difficile prevederlo. E adesso, c’è da ripartire senza commettere errori. Il rischio baratro esiste. Il percorso legato alle infrastrutture è pieno di ostacoli. Anche su questo aspetto Commisso pensava di incontrare molti meno ostacoli. Ma tutto ciò che riguarda stadio e centro sportivo, adesso, passano in ultimo piano. Il presente richiede una sterzata forte.
NUOVO ALLENATORE Chi che sia il prescelto per portare in porto questa nave, deve sapere che lo aspetta una mole di lavoro enorme. E dovrà farlo in punta di piedi. C’è un infermeria ancora piena, Ribery non ci sarà per almeno due mesi, Chiesa è alle prese con problemi fisici, c’è da rifare la preparazione e lavorare tanto sulla testa. Oltre che su un’idea di gioco che per troppo tempo non si è vista. C’è, insomma, da rimettere in piedi una stagione che rischia di farsi drammatica, una grande sfida piena di onori, ma anche tanti oneri. E non per tutti. Voltar pagina è possibile, ma non sarà una passeggiata.
Di
Gianluca Bigiotti