Quello che a inizio stagione era il secondo portiere viola adesso è tutti gli effetti il titolare di Italiano
A Firenze è stato chiamato a lungo il numero uno tra i numeri dodici. Considerato la miglior riserva possibile per il ruolo di portiere. Definizione che in questa stagione è piano piano scivolata via visto che Pietro Terracciano in panchina ci è rimasto pochissimo. Sono ben 17 le gare giocate (16 da l 1′) sulle 21 in campionato, sfruttate quasi sempre alla grande dal numero 1 (di maglia) viola. Scrive La Gazzetta dello Sport.
Complice anche il lunghissimo stop (oltre 3 mesi) di Dragowski, Terracciano ha trovato una continuità che in A, tranne qualche gara con l’Empoli, non ha mai avuto. Un paio di sbavature, umane, ci sono anche state. Vedi Juve e Verona ad esempio. Ma il rendimento medio è stato sempre alto. Tanto da aprire un ballottaggio tra i pali.
Che piedi
Terracciano e Dragowski sono amici e la competizione è sana. C’è da dire semmai che il polacco soffre di più la panchina. Essendo il teorico portiere titolare. Ma la stagione si è imbizzarrita subito. Espulso dopo pochi minuti a Roma alla prima di campionato. Poi qualche gara da titolare fino all’infortunio del 3 ottobre contro il Napoli. Nel frattempo “San Pietro”, come ribattezzato soprattutto dopo alcune serate magiche, ha tenuto botta. Garantendo solidità fra i pali oltre ad un upgrade con la partenza dal basso visto il piede piuttosto educato. E nello staff di Italiano anche questo conta moltissimo.
Cagliari chiave
Contro il Napoli si era fatto male, sempre contro il Napoli (in Coppa Italia) è tornato titolare. Ma gli azzurri non portano bene a Dragowski. Autore di due errori gravi che hanno portato ad un gol subìto e poi all’espulsione. E così in campionato, contro il Genoa, in porta è tornato Terracciano. Domenica a Cagliari la partita verità. Drago scalpita, ma se dovesse toccare ancora all’italiano le gerarchie sarebbero ufficialmente sovvertite.
Di
Redazione LaViola.it