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Il ‘dopo sosta’ e le scelte di Italiano: dall’Atalanta alla Lazio, per qualcuno questi giorni contano di più

Il ‘dopo sosta’ e le scelte di Italiano, spesso influenzate dalle assenze di chi è con le Nazionali. Per qualcuno questi giorni di lavoro contano di più

La Serie A si appresta ad entrare nel proprio rush finale. Dal prossimo weekend, infatti, non ci saranno più soste internazionali, con la Fiorentina che si gioca l’accesso all’Europa tramite il campionato e la possibilità di tornare ad alzare al cielo un trofeo come la Coppa Italia.

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Diversi, come sempre e com’è logico che sia, i calciatori viola impegnati in giro per il Mondo con le rispettive Nazionali, ma mai come in questa sosta le attenzioni di Vincenzo Italiano sono principalmente rivolte a chi è rimasto a lavorare a Firenze.

Il riferimento a Ikoné e Cabral è tutt’altro che casuale. DURANTE E DOPO SOSTA. Alla ripresa delle ostilità, al netto di chi è tornato solamente a ridosso di alcune partite con viaggi intercontinentali sulle spalle o con problematiche fisiche, fin qui il tecnico della Fiorentina ha spesso e volentieri preferito fare affidamento su chi era rimasto a lavorare assieme a lui a Firenze.

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Non per voler premiare qualcuno piuttosto che altri, ma semplicemente per mettere in pratica concetti e dettagli tattici provati e riprovati in maniera maniacale in settimana, anche a dispetto di una differenza di valori tecnici legati ai singoli.

A BERGAMO. Con l’Atalanta a settembre, ad esempio, Italiano preferì affidarsi a Terracciano rispetto a Dragowski spiegando tale scelta così: “Drago è tornato dalla Nazionale a pochi giorni da questa partita, mentre Pietro ha lavorato con noi per più giorni, per questo ho preferito far giocare lui”.

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Davanti, invece, le scelte iniziali premiarono Sottil e Callejon sulle corsie per il tardivo ritorno dal SudAmerica di Gonzalez, così come in difesa venne schierato Igor dal 1’ al posto di Quarta (in quella fase di stagione, a differenza di adesso, Quarta e Dragowski erano considerati titolari e non alternative).

Quella serie di scelte premiò Italiano, con la Fiorentina che espugnò Bergamo 1-2. A VENEZIA. Non andò benissimo, invece, a Venezia. Quella gara in Laguna si giocò al lunedì, ma nonostante questo i sudamericani vennero tenuti tutti fuori, compreso Torreira.

In regia venne schierato Amrabat, davanti Sottil e Callejon e dietro Igor. COL MILAN. Coi rossoneri fu Fiorentina show. Sia per l’organizzazione difensiva, con la tattica del fuorigioco che venne applicata in maniera maniacale da una retroguardia in piena emergenza (erano out Milenkovic, Nastasic e Quarta), sia perché la formazione viola stese una squadra allora ancora imbattuta.

In quel caso Gonzalez venne tenuto fuori per via della lunga positività al Covid-19. CON TORINO E LAZIO. Il vero rientro post sosta invernale sarebbe dovuto essere quello contro l’Udinese, ma per via del rinvio della gara coi friulani la Fiorentina ripartì a Torino, e fu un disastro collettivo, piuttosto che legato ad alcune scelte di formazione.

Andò male anche l’ultima gara post sosta, con la Lazio. In quel caso vennero tenuti fuori Igor e Quarta in favore di Nastasic, mentre davanti venne escluso dall’undici iniziale Gonzalez. CON L’EMPOLI. Per l’ultima gara che vedrà la Fiorentina scendere in campo dopo una sosta per le Nazionali, contro l’Empoli, grande attenzione sarà rivolta a Cabral e Ikoné.

Il brasiliano, infatti, avrà due settimane in più rispetto a Piatek di lavoro al centro sportivo sotto gli occhi di Italiano, così come il francese, mentre Gonzalez è dall’altra parte del mondo. Entrambi, a prescindere della gara con gli azzurri di Andreazzoli, dovranno dimostrare di aver assimilato al massimo i diktat del tecnico viola.

Da loro ci si attende unacrescita importante, con la grande occasione di poter contare su due settimane di intenso lavoro sotto gli occhi di un allenatore che, come dimostrano i precedenti sopracitati, nelle gare post sosta sceglie i propri undici titolari anche in base a chi si è allenato assieme a lui.


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