Tra il principio di combattere il sistema procuratori sulle commissioni di Commisso e un distinguo con Ristic e Mendes che, nel caso di Torreira, è più che doveroso
Che Rocco Commisso abbia a cuore il tema delle commissioni per i procuratori è ormai un dato di fatto. Il patron della Fiorentina, infatti, è stato il primo a ‘denunciare’ pubblicamente e con veemenza tale problematica nei giorni di Gattuso e Mendes, continuando poi con Ristic, fino ad arrivare all’agente di Torreira. Tanto che la Fifa, non a caso, ha lavorato proprio su tali aspetti con una riforma che dovrebbe entrare in vigore a giugno.
RIFORMA. Sarà imposto un tetto massimo alle commissioni per gli agenti che scenderà fino al 3% per un procuratore che rappresenta sia il giocatore che il club acquirente (come accadde con Mendes nel caso di Sergio Oliveira e del Porto) e in assoluto fino al 10%, ma a patto che l’agente lavori solo per la società che vende. Il tutto sarà unito alla regolamentazione professionale della posizione del procuratore che permetterà di evitare commissioni a figure non iscritte all’albo, come quella che il City ha pagato per Haaland ai famigliari del norvegese (40 milioni).
DISTINGUO. Ci sono, tuttavia, dei distinguo importanti da sottolineare. La Fiorentina era finita sotto ricatto da parte di Mendes, con calciatori che sarebbero stati inseriti in un pacchetto di acquisti (Oliveira, Guedes e altri) che prevedevano anche ricche commissioni per lo stesso agente che curava gli interessi anche di Gattuso e rappresentava, di fatto, anche il Porto in quella circostanza. La stessa cosa è più o meno accaduta con Ristic e Vlahovic, con l’agente del serbo che tra commissioni e ingaggio per il calciatore ha sparato di giorno in giorno cifre sempre al rialzo. Nel caso di Torreira, invece, le due versioni non collimano. Secondo quanto riferisce il procuratore dell’uruguaiano, sia in maniera diretta che indiretta, la richiesta di commissioni per lui si attesta tra il 5% e il 10% del valore del cartellino del giocatore che si aggira sui quindici milioni di euro. Nel peggiore dei casi, dunque, sarebbe di 1,5 milioni di euro, soldi che la Fiorentina ha comunque risparmiato grazie al lavoro del procuratore che, secondo la sua versione, ha strappato all’Arsenal un accordo per un prestito gratuito in caso di raggiungimento di almeno 25 presenze stagionali (altrimenti avrebbe dovuto sborsare 1,5 milioni) e una dilazione del diritto di riscatto in sei rate anziché in un’unica soluzione come volevano i gunners. Secondo la versione dell’agente, piuttosto, il nodo resta legato all’ingaggio di Torreira, che aveva già concordato uno stipendio per le prossime stagioni di 2,75 milioni di euro netti, cifra che la Fiorentina ha chiesto di rivedere al ribasso.
PRINCIPIO VS RICONOSCIMENTO. Che del tema commissioni la Fiorentina e Commisso ne abbiano fatto una questione di principio, ormai, è cosa nota. Ci sono, però, situazioni e situazioni. Nel caso di Torreira, sempre che quanto emerge dall’entourage del centrocampista corrisponda all’esatta realtà delle cose, la domanda sorge spontanea: possibile che il caso sia esploso per 1,5 milioni di euro di commissioni? E per quanto visto sul campo, Torreira non merita un ingaggio di tale entità? A maggior ragione se si considerano stipendi che la Fiorentina paga per calciatori inutili come Kokorin (1.7 netto, anche se con sgravi per il decreto crescita).
MARTIN PERSE LA CAPPA. Perdere un giocatore come Torreira per una simil cifra, o per un disaccordo di tale entità, ha senso, come ‘Martin che per un punto perse la cappa’? Se è vero che è anche grazie a Commisso e ai dirigenti viola che Torreira si è potuto rilanciare a grandi livelli dopo alcune stagioni in ombra, è altrettanto vero che è anche (e soprattutto) grazie a Torreira che la Fiorentina ha raggiunto gli obiettivi che ha ottenuto e, allo stesso tempo, la sua riconferma sarebbe un tassello fondamentale per continuare a crescere. La speranza, ancora non chiusa del tutto per quanto più difficile, è che alla fine Torreira riparta dalla Fiorentina e la Fiorentina da Torreira.
Ok il principio del non disperdere risorse economiche per gli agenti, il non sottostare a ricatti dei procuratori e pensare al bene del ‘sistema calcio’, ma in questo caso specifico non sembrano esserci i presupposti per una ‘battaglia’ che invece, nel caso di Ristic e Mendes, era apparsa sacrosanta. A meno che le cose non stiano differentemente (“qualcuno ci è cascato…”, ha detto ieri Commisso sulla vicenda).
Di
Gianluca Bigiotti