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Primavera, Harder: “La sconfitta in finale contro l’Inter difficile da mandar giù. Sarebbe bello rimanere qui”

Harder - Fiorentina

Le dichiarazioni del centrocampista gigliato sul finale di stagione della Fiorentina Primavera e sulla sua avventura in Prima Squadra

Jonas Harder, centrocampista della Fiorentina Primavera, ha raccontato ai microfoni di TMW le emozioni della stagione sportiva appena terminata. Queste le sue parole, partendo proprio dalla sconfitta nella finale scudetto: “Ovviamente è stata una sconfitta molto pesante da mandar giù. Perdere una finale fa sempre molto male, ma perderla da capitano forse è anche un pizzico peggio, perché la fascia ti dà delle responsabilità in più e ti senti maggiormente responsabile. Per quanto riguarda la partita in sé non c’è molto da dire purtroppo. Eravamo arrivati molto stanchi all’appuntamento contro l’Inter, sia fisicamente che mentalmente. Non voglio che sia un alibi ma penso che abbia influito molto. Il percorso che ci ha portato lì resta comunque straordinario. Dal mio punto di vista è stato forse l’anno più bello. Nella fase playoff abbiamo fatto due vittorie storiche: il 4-1 con la Juve ai Quarti e il 2-1 alla Roma in Semifinale“.

DANIELE GALLOPPA. “Lo ringrazierò per sempre, con lui sono stati quattro anni bellissimi. Mi ha fatto crescere non soltanto dal punto di vista calcistico ma soprattutto a livello umano. Penso che questa sia la cosa più importante”.

L’ESORDIO CONTRO IL LASK. Dalla panchina vedevo la squadra segnare uno, due, tre, quattro gol…Naturalmente il pensiero che potessi entrare mi era venuto. Quando mi stavo scaldando non aspettavo altro che il Mister mi chiamasse. Quando mi ha richiamato non pensavo neanche che dicesse il mio nome, me lo hanno dovuto ripetere i collaboratori. Lì è stata un’emozione indescrivibile. Come ho vissuto l’ingresso in campo? L’ansia ce l’avevo più nei minuti precedenti, quando stavo aspettando in panchina. Una volta in campo ero molto tranquillo e determinato. Certo, essere entrati sul 5-0 in una partita finita 7-0 magari mi ha aiutato, però avevo la testa libera e serena”.

IL RAPPORTO CON DODO E LA PRIMA SQUADRA. Lui è forse la persona con cui ho legato di più perché è un ragazzo espansivo, sempre con il sorriso e a cui è impossibile non voler bene. Lo ringrazio per le belle parole che mi ha dedicato, non me le aspettavo. Lui è uno di quelli che incita i più giovani e li mette sempre a proprio agio. Un altro che voglio citare è Rolando Mandragora, che con i giovani è una persona stupenda. De Gea? Lo prendevo sempre alla Playstation e ritrovarlo in squadra è stato incredibile. Ti chiedi cosa ci faccia lì nello spogliatoio con me. Però poi lo conosci e capisci la sua umiltà. Non esagero nel dire che David sia l’uomo più umile che abbia mai conosciuto. Forse è stata proprio questa la sua più grande forza”.

IL FUTURO. Fare considerazioni su ciò che succederà dopo il ritiro estivo è presto. Non ne ho ancora parlato con nessuno. Rimanere alla Fiorentina sarebbe bello, non posso negarlo. Però non chiudo nessuna porta. Vedremo nei prossimi mesi”.

L’ESSER FIORENTINI E GIOCARE CON LA MAGLIA VIOLA. L’obiettivo è quello sì. Sarebbe un grande orgoglio. Da piccolo la Fiorentina metteva a disposizione dei suoi tesserati alcuni biglietti per le partite e io non me ne perdevo una, anche se mai avrei immaginato di giocare al Franchi un giorno. Vedevo come una cosa lontanissima giocare in prima vera, figuriamoci in prima squadra. La gioia più grande da tifoso? Devo dire il 4-2 alla Juventus, una partita bellissima dove in campo c’erano un sacco di campioni. Il mio idolo era Borja Valero, il fatto che i tifosi lo chiamassero ’Sindaco’ mi fece innamorare”.

LA NAZIONALE. Come ho già detto prima io sono uno di quelli che le porte non le chiude mai. Detto ciò, in questo momento mi sento dentro il progetto Italia e di rappresentare la Nazionale azzurra. Anche perché una chiamata della Nazionale tedesca non è mai arrivata”.

IL SOGNO. Se si sogna lo si deve fare in grande, e quindi dico giocare nel Real Madrid. Per quanto riguarda obiettivi più concreti, vorrei guadagnarmi spazio nel mondo del professionismo e lasciare un segno tra i grandi”.

 

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