Il focus del Corriere Fiorentino, che paragona i viola per alcuni aspetti al primo Liverpool di Klopp
Torino-Fiorentina è anche Ivan Juric contro Vincenzo Italiano, due tra i tecnici più interessanti del campionato. Quasi coetanei — Italiano ha 44 anni, Juric un paio in più — tanta gavetta, ma idee abbastanza diverse. Così scrive il Corriere Fiorentino.
JURIC ‘L’ITALIANO’. Se parliamo di calcio, infatti, è il croato del Toro a essere il più «italiano». Un allievo diretto di Gasperini, a cui ha fatto da vice per diverse stagioni. Stessa filosofia, ma applicata in modo differente. Si può dire che sia più «difensivista». Sempre tanti duelli individuali, usati però come marcatura a uomo per tutto il campo. Non a caso il Torino è la squadra che pressa in maniera più intensa ed efficace. La terza per palloni recuperati, guarda un po’, dietro al Verona (lasciato in estate) e all’Atalanta del Gasp. I granata sono tra i migliori anche se parliamo di palloni intercettati e duelli aerei. Numeri che si ritrovano nei 19 gol subiti finora, meno del Milan, della Roma, della Dea e in generale pochi per chi sta nella parte destra della classifica.
COME KLOPP. Meno della Fiorentina di Italiano, che ne ha presi 25 e insegue un posto in Europa con sette punti in più in classifica (32 contro 25). A sprazzi la sua squadra ha giocato così bene che, al contrario, trovare paragoni in serie A non è facile. Quando i viola hanno il contatore dell’intensità e del furore al massimo della carica non è una bestemmia accostarli al primo Liverpool di Klopp. Inciderà, forse, anche la somiglianza del modulo, quel 4-3-3 così diverso dalla difesa a tre schierata da Juric e tanti altri colleghi del campionato. Certo, le conseguenze sulle gambe dei calciatori sono parse evidenti, con qualche gol di troppo arrivato proprio a causa della stanchezza. Altri, invece, sono dovuti al calcio offensivo di Italiano, a cui piace tenere la linea difensiva alta.
DIFETTO IN COMUNE. Qualcosa in comune le squadre di Juric e Italiano ce l’hanno, ed è un difetto: la poca precisione quando si tratta di portare l’ultimo passaggio, o l’ultimo dribbling, per andare in porta. Non a caso sono nona (la Fiorentina, 247) e decima (il Torino, 246) nella classifica dei tiri totali. Gli undici gol di differenza (34 contro 23) si spiegano con due parole: Dusan Vlahovic. Stessi tentativi, ma ben 20 conclusioni in più verso lo specchio grazie al cecchino serbo. Impari il confronto con Belotti, due gol in nove partite, frenato dagli infortuni.

Di
Redazione LaViola.it