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Precedenza alla Champions, lo scudetto può (ancora) saltare

La Uefa determinata a dare la priorità alle coppe europee, dopo aver rinviato Euro 2020. Ma è scontro con le federazioni nazionali.

Rinviato l’Europeo, inizia la guerra dei calendari. La Uefa ne ha affidato la stesura a un gruppo di lavoro di 6 persone, ma ha ottenuto dalle leghe europee la firma sulla risoluzione che garantisce “priorità alla Champions e all’Europa League”. Due manifestazioni che insieme valgono 3,5 miliardi e su cui puntano i grandi club, Juve in testa, scrive La Repubblica.

COSTI. Resta ancora da decidere chi pagherà i 400 milioni di danni per il rinvio di Euro 2020. L’Uefa ha a disposizione una riserva per disaster recovery di 565 milioni, ma chiede il contributo dei vari Paesi. La quota dell’Italia sarebbe di 60, forse 70 milioni, che però i club non vogliono pagare.

PRIORITA’ ALLE COPPE. Dare priorità alle coppe rende difficilissimo concludere i campionati nazionali entro il termine inderogabile del 30 giugno (a luglio potrebbero disputarsi solo le finali di Champions ed Europa League). Aleksander Ceferin, n.1 Uefa, non farà sconti: vuole giocare gli spareggi per l’Europeo a giugno (4 nazionali ancora da qualificare) e sarebbe disposto a rivedere il format della Champions, cancellando cioè il ritorno di quarti e semifinali, soltanto se l’epidemia di coronavirus costringesse a restare fermi addirittura fino alla fine di maggio.

REBUS SERIE A. La precedenza alle coppe sul campionato significa anche la possibilità di giocarle nel week-end. Questo complica il destino della Serie A. Se Atalanta (già ai quarti), Juve, Napoli, Inter e Roma vanno fino in fondo in Europa, non ci sarebbero finestre a sufficienza per completare il campionato entro il 30 giugno. Lo stesso vale per la Liga e la Premier (solo la Bundesliga potrebbe arrivare in fondo). E se in Inghilterra durante le festività si gioca anche ogni due giorni, in Italia il contratto collettivo oggi vieta questa possibilità. La stessa Uefa inoltre ha escluso direttamente l’ipotesi di play-off scudetto.

NUOVO SCONTRO. Serie A e Liga perciò sono andate alla guerra con il governo del calcio europeo: rischiano di non finire i campionati e di perdere l’ultima tranche dei contratti con le tv. Una situazione che porterebbe molti club sul bilico del default. Dunque, se non sarà possibile finire il campionato, sarebbe inevitabile la soluzione di una classifica di A congelata, senza scudetto né retrocessioni, e con due sole promozioni dalla B. Le conseguenze: Serie A a 22 squadre nel 2020/21 e coda di ricorsi dei club di B esclusi. In ogni caso quando (e se) si ripartirà, sarà ancora a porte chiuse: troppo alto il rischio di una nuova catena di contagi.

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