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Pioli, exit strategy: si lavora all’accordo economico, Galloppa è pronto a volare in Germania

Il tecnico parmigiano non ha rassegnato le dimissioni auspicate dalla società. Squadra in ritiro al Viola Park fino a nuove comunicazioni

Fiorentina, oggi si cambia. In qualche modo, che magari sarà stato individuato durante la notte. Il filo diretto con Rocco Commisso è aperto, con le annesse sei ore in meno a New York/New Jersey. Il lungo pomeriggio-sera di ieri, teso come non poteva non essere per la situazione che si è ulteriormente complicata, ha però già prodotto una convinzione nel club viola. La seconda esperienza di Stefano Pioli alla guida della squadra viola termina qui. Perché in qualche modo? Perché il tecnico parmigiano sempre a ieri sera non aveva alcuna intenzione di dimettersi e la Fiorentina nemmeno di compiere seduta stante un atto di forza come l’esonero. Serviva e serve un punto d’accordo che ancora appunto non c’è. Le condizioni per andare avanti insieme ormai non esistono più. La notte appena trascorsa e la giornata cominciata prestissimo stamani dovranno portare la soluzione. Così il Corriere dello Sport – Stadio.

RITIRO. Intanto, sempre da ieri, staff tecnico, Ranieri e compagni sono in ritiro al Viola Park. Dove sono arrivati direttamente dal Franchi poco prima dell’ora di cena, concluso il confronto al triplice fischio che ovviamente ha riguardato dirigenti e Pioli, ma anche dirigenti e calciatori. La squadra rimarrà a Bagno a Ripoli fino a nuove comunicazioni che faranno definitivamente chiarezza sul rapporto Fiorentina-Pioli. Un rapporto giunto al capolinea per i quattro punti conquistati in dieci partite, per il penultimo posto che può diventare addirittura ultimo in caso di vittoria oggi del Genoa. Ma anche per la dura contestazione all’interno e all’esterno del Franchi da parte dei tifosi viola che ha avuto proprio nell’allenatore parmigiano uno dei principali obiettivi; per la difficoltà evidente e oggettiva dimostrata dal campo di poter cambiare il corso delle cose, mentre il tempo e le partite stanno passando inesorabilmente con un carico accusatorio che non concede repliche. E questo nonostante la società escludesse qualsiasi tipo di provvedimenti nei confronti di Pioli ancora alla vigilia di Fiorentina-Lecce, più nella speranza che nella convinzione che la partita con i giallorossi producesse finalmente i tre punti e con essi l’inizio dell’auspicata svolta da compiere definitivamente domenica a Genova.

Il DOPO PIOLI. La speranza è andata delusa e il segnale dato dalla Fiorentina squadra più della sconfitta in sé è stato netto e inequivocabile, ma l’esonero non c’è stato e nemmeno le dimissioni di Pioli. Forse sono state chieste, ma le certezze ce l’hanno solo le segrete stanze. Di sicuro auspicate, e questo ha prodotto di fatto una situazione di stallo. Non definitiva, comunque. Tutt’altro, ha solo rimandato un divorzio che non è più evitabile per mille motivi. Adesso è solo e soltanto questione di trovare un accordo sulla questione economica per mettere il punto a un rapporto nato benissimo e finito presto e soprattutto incredibilmente malissimo. Poi, sarà scelto il sostituto di Pioli. I nomi sono quelli che si facevano sabato: Vanoli, Palladino (che ha aperto al ritorno, ma Commisso “dimenticherà” il modo delle sue dimissioni di fine maggio?), De Rossi, Thiago Motta, Iachini e chi più ne ha più ne metta. Intanto, giovedì c’è il Mainz in Conference League e Galloppa, tecnico della Primavera, è pronto a volare in Germania.

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