Pochi palloni giocati, mezza occasione per il polacco e tanta difficoltà là davanti. Anche contro il Bologna i centravanti hanno fatto fatica
Non è certo la terza gara di fila senza gol di un centravanti a preoccupare Italiano, che pure ripete volta dopo volta la grande necessità di trovare semmai le reti con gli esterni offensivi. L’ultima l’aveva segnata Sottil a Cagliari il 23 gennaio, mentre Gonzalez è fermo al centro di fine ottobre sempre contro i sardi (al Franchi), Saponara al 4-3 con il Milan di novembre, Callejon sempre a novembre contro la Samp, con Ikonè ancora a secco in viola. Insomma, un tema su cui è giusto continuare a insistere. Eppure salta all’occhio, ogni partita di più, la difficoltà del centravanti di turno di giocare per e con la squadra.
GIOCO CON E PER LA SQUADRA. Non è solo una questione di gol. Perché Piatek 6 centri in 10 gare li ha comunque fatti, e in area di rigore ha dimostrato di poter essere spesso letale. Mentre Arthur Cabral, in evidente ritardo fisico, ha segnato una rete in 170 minuti giocati: ci può stare, era prevedibile che potesse non essere subito decisivo. Ma quello che è cambiato, tanto, con la partenza di Vlahovic, è proprio la partecipazione del centravanti al gioco di squadra. Con e per i compagni. Pure il serbo ci aveva messo qualche mese per integrarsi nel calcio di Italiano, chiaro che cambiare in corsa abbia portato a modificare tutto l’assetto di squadra che si basava tanto sui movimenti, sulle sponde e sugli inserimenti dell’attaccante centrale. Che, per inciso, era pure – inevitabilmente – di una categoria superiore rispetto a chi è rimasto (fosse solo per valore di mercato e condizione attuale). Ma restando al livello puramente tecnico-tattico, la differenza è evidente.
16 PALLONI IN DUE. Una mancanza da colmare, per una Fiorentina che anche contro il Bologna ha fatto una fatica enorme non solo a coinvolgere i suoi centravanti, ma anche a fornire loro palloni buoni in area di rigore. Era successo diverse volte specie ad inizio stagione, sta succedendo ora che alcuni meccanismi sono cambiati. È normale, ma va trovata una soluzione. Piatek ha avuto mezzo pallone buono, quello su cui si è avventato nel primo tempo impegnando Skorupski in qualche modo. Cabral invece è stato anticipato da Torreira sul gol sprecando poi un’altra chance in area poco dopo. Ma in due, tra il polacco e il brasiliano, hanno toccato in totale 16 palloni ieri: 9 Piatek e 7 Cabral, con 5 passaggi a buon fine del primo e 3 del secondo. Fine. Stop. Era andato un po’ meglio contro il Verona, con 29 palloni toccati da Piatek e 8 dal subentrato Gonzalez, mentre contro la Juve 16 palloni giocati dal polacco e 7 dal brasiliano.
COINVOLGERE IL CENTRAVANTI. Si va quindi oltre il solo concetto dei gol. Che pure servono, ma vanno cercati. È questo il tema. Anche contro il Bologna, come nelle ultime gare, la Fiorentina ha fatto fatica a finalizzare. Tante azioni a ridosso dell’area di rigore ma poca qualità, spesso, nella giocata decisiva. Sia negli assist che nella finalizzazione. Ieri ci ha pensato Torreira, uomo ovunque che anche contro il Verona era stato il giocatore più pericoloso. Ma Italiano deve trovare in queste settimane il modo di coinvolgere più il centravanti. O di adattare il gioco alle caratteristiche dei nuovi interpreti. Senz’altro diversi rispetto a chi c’era prima.
Di
Marco Pecorini