Kean illude in una serata complicatissima, Ranieri compromette la sfida: De Gea salva i viola. Tanti insufficienti
De Gea: 8. Protagonista assoluto, salva la Fiorentina in tre occasioni nei regolamentari tenendola a galla nei momenti più difficili. In avvio salva su Nissila, poi un miracolo a fine primo tempo su Puljic che colpisce da due passi. Ottimo anche il riflesso su Plsek ad inizio ripresa, aiutato anche dal legno. Non arriva sul rigore di Nagy, mentre si oppone alla grande sul capitano ungherese nel primo tempo supplementare. E il penalty parato a Szolnoki (affatto facile, gran guizzo) vale il girone di Conference.
Quarta: 5,5. Non sempre preciso in impostazione, dietro balla come i compagni di reparto.
(dal 70′ Parisi: 6. Prezioso in fascia, anche in inferiorità riesce in qualche modo a coprire arrangiandosi come può)
Pongracic: 4,5. Male, a tratti malissimo. Perde subito una palla sanguinosa e commette un fallo goffo al limite, prendendosi il giallo. Poi altri errori e marcature sbagliate. Palladino prova a dargli fiducia dopo l’intervallo, poi è costretto a cambiarlo.
(dal 53′ Comuzzo: 5. Con mezzi non sempre leciti, ma si fa sentire reggendo l’urto nei regolamentari. Si prende il secondo giallo ad inizio supplementari, decisione parecchio discutibile da parte dell’arbitro)
Ranieri 4. Subito una bella chiusura, alterna cose buone ad altri errori. Si carica nei duelli con Colley con la solita esuberanza, però a due minuti dalla fine affossa in area il centravanti locale venendo anche espulso. Una mazzata per i viola, che riescono a sfangarla ai rigori.
Dodo: 5. Deciso passo indietro rispetto alle prime prove stagionali. Prima parte di gara in confusione, anche con quel tacco in area viola sulla linea di fondo per fortuna senza esito per gli ungheresi. Nella ripresa rischia meno giocate, ma manca la sua solita spinta. Apre la ripartenza che lo porta poi a sbagliare a porta vuota, per sua fortuna era in fuorigioco.
(dall’83’ Kayode: 6. Si sacrifica con tanta corsa, deve fare questo soprattutto nei supplementari)
Amrabat: 5,5. Per un’ora la diga non funziona, gli inserimenti arrivano da tutte le parti e non riesce minimamente a far girare i suoi. Rischia anche perdendo un pallone sciocco nel finale dei regolamentari. Quando c’è da lottare in inferiorità numerica però si fa sentire e non molla mai.
Richardson: 5. Fatica tanto anche lui, che prova a verticalizzare un po’ di più ma commettendo anche tanti errori.
Biraghi: 5,5. Spinge pochissimo, in fase difensiva così e così. Più basso e risolutivo in inferiorità numerica, segna poi il rigore vincente con personalità.
Sottil: 4,5. Non riesce a creare pericoli agli avversari e a trovare spazi.
(dal 53′: Kouame: 6,5. Entra e dà subito la sveglia ai suoi con un tiro centrale. Importante fisicamente, entra anche nell’azione del gol viola. Prova a sacrificarsi ai supplementari)
Ikoné: 4,5. Come il compagno di reparto, non si vede mai.
(dal 53′ Colpani: 5,5. Entra e la partita, prova a dare più equilibrio rispetto a chi è uscito ma ci si aspetta altro. Si sacrifica a tutta fascia nei supplementari).
Kean: 7. Portiere e centravanti. La Fiorentina è tutta qui. Senza particolari rifornimenti, fa la guerra da solo come quando al 19′ si costruisce quel tiro-cross che i compagni non sfruttano. Poi il gol che illude i viola, un lampo nel buio.
(dal 91′ Mandragora: 6. Entra nel momento di sofferenza, aiuta i compagni con esperienza senza strafare)
All. Palladino: 5. Una brutta, a tratti bruttissima Fiorentina riesce a centrare il girone di Conference, con tanta sofferenza ma anche tanto cuore nel finale. Si riparta da qui, dallo spirito di squadra e dalla voglia di portarla in fondo, perché a livello tecnico e tattico c’è un immenso lavoro da fare. Se all’andata la Fiorentina aveva pagato pegno con una formazione sperimentale, stavolta Palladino si affida ai teorici titolari del momento, ma per un’ora la Viola è impresentabile. Fino al triplo cambio e al lampo di Kean, che dà più fiducia anche se gli ungheresi continuano a far paura ad ogni pallone buttato in area. Con tenacia la Fiorentina riesce poi ad arrivare ai rigori e a vincere, ma restano tanti campanelli d’allarme da dover gestire.
Di
Marco Pecorini