Finalmente la prima vittoria per la Fiorentina, targata Gudmundsson. Cataldi regge da ex, Palladino cambia la storia all’intervallo
De Gea: 7. Tiene in vita la Fiorentina nel primo tempo. Bene su Zaccagni al 19′, poi respinge il colpo di testa di Guendouzi e infine è bravissimo ad opporsi al diagonale di Dia. Nella ripresa ancora pronto su Guendouzi.
Quarta: 5,5. Gioca sul centro-destra, quando viene puntato da Zaccagni sono dolori. Cresce alla distanza ma resta negli spogliatoi all’intervallo.
(dal 46′ Gudmundsson: 8,5. Quarantacinque minuti per far innamorare Firenze. Entra e cambia l’anima della Fiorentina. Subito frizzante dai primi palloni toccati, al quarto si prende il rigore e al quinto realizza dal dischetto. Si piazza trequartista, ma agisce a tutto campo, facendosi sempre vedere con i compagni. Dà grossa mano anche in fase difensiva, al 90′ si presenta poi ancora dal dischetto per regalare la prima vittoria ai viola)
Comuzzo: 5,5. Parte bene con chiusure importanti, poi però perde il corpo a corpo con Gila sul vantaggio laziale. Stesso trend nella ripresa, quando però si perde malamente Noslin in un’occasione pericolosa.
Biraghi: 5,5. Dalla sua parte Isaksen si inserisce con continuità, lascia poi troppo spazio a Dia che è libero di tirare verso De Gea. Rischia su un retropassaggio corto per Comuzzo, in generale resta sempre bloccato non sganciandosi mai in fase di impostazione. Esce a metà gara.
(dal 46′ Ranieri: 6. Entra e la difesa va a quattro, gestisce bene senza rischiare troppo dalle sue parti)
Dodo: 7. Scende con continuità sulla fascia, due buoni cross nella prima mezz’ora, poi però quando affonda a fine primo tempo sbaglia il suggerimento per Kean. Nella ripresa arretra la posizione di partenza ma non la sua spinta: dopo un salvataggio, rischioso ma risolutivo, a due passi dalla porta, continua a spingere guadagnandosi il rigore della vittoria.
Cataldi: 6. Gioca da ex, subito tanta aggressività (bello il pallone recuperato per l’occasione di Colpani in avvio) ma anche lucidità in uscita. A volte perde qualche duello fisico, meglio nella ripresa.
(dall’82’ Adli: sv)
Mandragora: 5,5. Si vede il giusto, soprattutto quando si abbassa per impostare ma poco altro.
(dal 64′ Kouame: 6. Dà forza e imprevedibilità in fascia, alla fine è utile per la squadra. Anche se quella ripartenza con Ikoné poteva gestirla meglio)
Gosens: 6. Subito ammonito, nel primo tempo viene cercato pochissimo dai compagni e ci mette anche poco del suo. Meglio nella ripresa quando da terzino è utile a coprire ma anche a farsi sentire in avanti.
Colpani: 6. Ancora non il miglior Colpani, evidentemente. Ma qualcosa si vede. Si libera al tiro in avvio ma si fa parare (abbastanza clamorosamente) da Provedel il diagonale con il destro, va decisamente meglio nella ripresa quando con Dodo in fascia è un fattore importante. Diversi spunti fin dai primi minuti dopo l’intervallo (sbaglia però una palla importante per il brasiliano in ripartenza), vicino al gol con un bel tiro a giro poco prima di uscire.
(dall’80’ Ikoné: sv)
Bove: 6. Inizia trequartista di sinistra, continua esterno per poi finire nei due in mezzo al campo. Duttilità e sostanza, non troppa qualità ma grande capacità di adattamento. Ci prova con un colpo di testa, che termina però alto.
Kean: 6,5. Ancora con forza e qualità guida l’attacco viola. Ottima la palla per Colpani in avvio, mentre non trova la porta alla mezz’ora su assist di Dodo. Lotta su tutti i palloni, si mangia però un’occasione clamorosa a metà ripresa quando stacca da solo di testa ma non trova la porta. Dopo aver provato a prendere il pallone dalle mani di Gudmundsson sul secondo rigore, ci prova anche nel recupero ma non è fortunato.
All. Palladino: 7. Primo tempo complicato, ripresa però arrembante anche grazie ai cambi e alle letture del tecnico. Inizia con un 3-4-2-1 con Biraghi terzo di difesa, ma bloccato, e con un Bove che da trequartista non riusciva a dare mano in difesa e dava poca qualità tra le linee. Il risultato era di (quasi) inevitabile svantaggio. Tutto diverso, e con decisamente più senso, però nella ripresa, subito con un 4-2-3-1 e via via con una Viola sempre più offensiva. Finalmente arriva la prima vittoria, con pieni meriti per un allenatore che ha avuto la forza e il coraggio di cambiare a gara in corso: non è da tutti, anzi. Si riparta da qui.
Di
Marco Pecorini