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Non conta solo spendere, ma la qualità delle scelte. La distanza tra ambizione e realtà è siderale

Tifosi contro squadra e società, Atalanta e Bologna sono ora lontane grazie a programmazione e progetti veri

Qualcuno ha soffiato sulla polverina magica che fino a un mese e mezzo fa era sparsa sopra le maglie di ogni giocatore della Fiorentina. Era quello il tempo delle vittorie di carattere, senza Nico Gonzalez causa infortunio, con una squadra che si muoveva in modo compatto, armonioso.

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Uniti, convinti sotto il credo dell’obiettivo più prestigioso. Quello della Champions, mai pubblicamente dichiarato da Italiano e mai richiesto dalla dirigenza ma spesso ripetuto dai suoi giocatori che miravano alto all’orizzonte dopo una prima parte di stagione oltre ogni aspettativa.

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L’addio al 2023 era stato dolcissimo, tredici punti in cinque partite, con tutte le speranze per un calciomercato invernale che avrebbe potuto sostenere e alimentare l’entusiasmo costruito con pazienza e cura del dettaglio dall’allenatore e dai suoi giocatori.

La realtà è stata totalmente differente, scrive La Repubblica. DURA REALTA'. Un mese e mezzo dopo, la Fiorentina che ha raccolto soltanto cinque punti nelle ultime sette gare di campionato, e arrivano i fischi, i primi cori di contestazione da parte degli oltre 4 mila tifosi viola arrivati in massa allo stadio Castellani.

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Stavolta i tifosi mettono nel mirino anche la società e il coro «bisogna spendere per vincere» è l’immagine più nitida di un pensiero che da settimane corre tra gli ultras e in generale tra quella parte di tifoseria che ha perso la pazienza tra rabbia e amarezza.

I conti del resto non tornano: la classifica dice che quel quarto posto adesso è a sette punti di distanza e lo occupano con gli stessi punti Atalanta e Bologna che hanno saputo programmare e dare continuità nel tempo al loro progetto sportivo.

Perché se è vero che per vincere bisogna spendere, altrettanto vero è che non conta la quantità del denaro immesso sul mercato (e la Fiorentina ha speso tanto) ma la qualità delle scelte che ne derivano. E su questo fronte la distanza tra ambizione e realtà, è davvero siderale.


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