Il ds pensava da tempo alle dimissioni, forse accelerate dall’ultima contestazione dei tifosi
Dopo 511 partite si chiude (volontariamente) la seconda avventura fiorentina di Daniele Pradé. Ieri mattina l’ormai ex ds ha comunicato al presidente Rocco Commisso e al direttore generale Ferrari l’intenzione di rassegnare le dimissioni, senza ripensamenti. Mossa che è stata accolta con dispiacere, anche per il grande legame che si era instaurato con tutta la famiglia Commisso, scrive La Nazione.
SQUADRA DAL DS. Dopo il colloquio con la dirigenza, si è atteso l’arrivo della squadra per la seduta del mattino e poco prima di mezzogiorno anche squadra e staff sono stati messi al corrente della decisione di Pradé, in uno spogliatoio dove regnava il silenzio assoluto. Forse nessuno si aspettava una mossa del genere, ma i giocatori, dopo che Pradé è uscito, probabilmente anche con un filo di commozione, hanno voluto testimoniare la loro vicinanza, tanto da andare tutti nell’ufficio del dirigente, al primo piano del padiglione che ospita la prima squadra. E’ stato in quel momento che l’uomo Pradé è uscito in tutta la sua schiettezza, incitando il gruppo a reagire subito e mettere in campo la loro determinazione e voglia di riscatto contro il Lecce.
CLIMA PESANTE. Che l’aria attorno al ds fosse di bufera non era una novità. Lui stesso, dopo la partita contro il Milan del 19 ottobre si era assunto le responsabilità di un avvio di stagione così negativo valutando anche le dimissioni. Una scelta a cui pensava da tempo, forse l’ennesima dura contestazione dei tifosi, con striscioni notturni, ha accelerato la decisione. Gli attestati di stima e fiducia che sono sempre arrivati dagli Stati Uniti lo avevano spinto a rimanere, ma evidentemente il clima che Pradé percepiva attorno a lui era diventato opprimente.

Di
Redazione LaViola.it