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Nappi: dalla foca contro il Werder agli scherzi di Baggio e Borgonovo

Ag. Aldo Liverani Sas

Ha rilasciato un’intervista a gianlucadimarzio.com, l’ex giocatore della FiorentinaMarco Nappi, che ha voluto ricordare il gesto tecnico della “foca” contro il Werder. Queste le sue parole: “Molti l’hanno definito un numero da circo perché l’ha fatto Marco Nappi, se l’avessero fatto Maradona, Messi e Ronaldo sarebbe stato un gesto tecnico d’alta scuola . Invece io vi dico che è stato un gesto tecnico a tutti gli effetti, venuto spontaneo, come una rovesciata. E se lo facesse un mio calciatore non gli direi niente, anche se è difficile che accada. In quel momento il Werder ci pressava, noi difendevamo la qualificazione arrivata anche grazie ad un mio gol all’andata. Inizialmente doveva essere un palleggio, poi la palla mi rimase in testa ed ho fatto questo numero. Credo che nessuno ci sia mai riuscito, mi tengo questi due record: l’essere stato esonerato da campione d’Italia ed aver percorso 40 metri con la palla in testa”. Continua poi ricordando gli scherzi nello spogliatoio viola: “Quello in cui ci facevamo gli scherzi in ritiro, non c’erano social ma facevamo gruppo. Il più burlone? Roberto Baggio, estroso nel campo e nella vita. Al mio primo ritiro con la Fiorentina avevo 22 anni, ero un ragazzino ed ero stato acquistato da un giorno dal Brescia in Serie B. Mi ritrovai improvvisamente a tavola con Dunga, Pinna, Battistini e con Baggio difronte. Ognuno aveva il suo goccino di vino, avvicinai il bicchiere alla bocca per bere ma Roberto lo aveva riempito d’aceto. Stavo per sputarglielo in faccia, ma ero un ragazzino e lui era Roberto Baggio: non potevo farlo! Ed allora scappai in bagno a vomitare e tutta la squadra si mise a ridere. E quando andò via Baggio? Il suo posto negli scherzi lo prese Borgonovo. Custodisco con gelosia una foto in cui facciamo un gavettone fantastico ad Alberto Di Chiara, ci divertivamo tantissimo. Purtroppo questa brutta malattia ce l’ha tolto troppo presto ed è una cosa che mi ha fatto male”. Baggio, Borgonovo e… Pioli. Che poi a Firenze ci è ritornato, da allenatore. Eravamo i piccolini del gruppo, ecco perché abbiamo stretto amicizia. È un ragazzo umile, ha sposato un progetto giovani e va lasciato lavorare. Sono contento per la bella vittoria di Verona, gli serviva”.

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