La Fiorentina si è ritrovata con due ottime prestazioni. Tanti i protagonisti di un gruppo che vuole l’Europa
Se si volesse raccontare il riscatto della Fiorentina dopo le quattro sberle prese a Torino, sarebbe difficile scrivere una sceneggiatura migliore della realtà dei fatti. 2-5 in Coppa Italia contro il Napoli, 6-0 in Serie A contro il Genoa. In una settimana, i viola hanno ribaltato la situazione: dalla depressione post Toro all’esaltazione per il set vinto contro il Grifone.
CHE RISPOSTA! Ovviamente, l’avversario era tutt’altro che irresistibile: il Genoa visto a Firenze è sembrato alla deriva, ma non solo per demeriti propri. C’è tanto della super prestazione della Fiorentina nell’evidenziare i limiti dell’avversario. Un esempio può essere la partita con la Salernitana a dicembre: anche in quel caso i viola avevano dilagato (4-0) contro un avversario in enorme difficoltà ma la prestazione, soprattutto nel primo tempo, non fu irresistibile.
Con il Genoa invece si è andati vicini alla perfezione assoluta, con una prova corale di enorme importanza soprattutto per i risvolti psicologici. Italiano è infatti riuscito a motivare il suo gruppo partendo dalla pessima prova di Torino. È impressionante quanta attenzione, grinta e intensità abbia mostrato la Fiorentina contro Napoli e Genoa. Il tutto unito a una qualità media della rosa che fa ben sperare.
LA MEDIANA GIRA. Il gruppo viola è molto coinvolto, sia nei punti fermi che negli uomini che stanno maggiormente ruotando. L’ossatura di centrocampo Torreira-Bonaventura, ad esempio, sta confermandosi di primissimo livello partita dopo partita (entrambi a segno ed entrambi da 8 in pagella coi rossoblù), ma anche un’alternativa come Maleh nelle ultime uscite sta emergendo e non poco. Senza dimenticare l’ottimo girone di andata giocato da Duncan e un Castrovilli certamente da recuperare, ma che a Napoli ha mostrato segnali incoraggianti (soprattutto nell’atteggiamento, per la qualità bisogna ancora aspettare).
CAPITANO MIO CAPITANO. In difesa, detto che Odriozola ha segnato il suo primo gol in maglia viola e che finalmente la squadra è tornata a non subire gol dopo un mese, la copertina se l’è giustamente presa Biraghi. Una settimana magica la sua, iniziata con la rete contro il Napoli e conclusa con una doppietta su punizione da leccarsi i baffi.
Si sente sempre dire che Biraghi è un giocatore di sistema, un calciatore ‘normale’ capace di esaltarsi quando la squadra gioca bene e di andare in enorme difficoltà quando le cose attorno a lui non funzionano. Il che è vero, ma la sua abilità nel segnare da calci piazzati non ha nulla a che fare con la normalità. Una punizione come quella del 3-0, o quella contro il Bologna, ma anche il gol realizzato a Napoli, sono gesti tecnici che appartengono all’eccellenza calcistica. E non vanno sottovalutati perché chi li compie si chiama Biraghi. Oltre a ciò, c’è una leadership ormai consolidata dell’ex Inter, al quale il ruolo di capitano calza alla perfezione.
LE ALI. Sugli esterni, Saponara ha ritrovato la brillantezza dei giorni migliori e sta letteralmente deliziando i tifosi viola. Il centrocampista classe 1991, la più grande vittoria di Italiano, ha convinto contro il Napoli e incantato col Genoa. Intriganti i primi minuti in viola di Ikoné, l’unico del reparto le cui quotazioni sono in ribasso sembra essere Callejon. Col rientro di un Sottil che era in crescita a fine 2021 rischia di perdere posizioni nelle gerarchie.
Sta finalmente tornando ai suoi livelli Nico Gonzalez. La condizione fisica sembra essere tornata quella dei giorni migliori e la sua prova col Grifone è stata un po’ oscurata dalla lucentezza dei numeri dei suoi compagni. Anche senza gol o assist, Gonzalez nel primo tempo ha letteralmente ubriacato Calafiori e tutti i difensori genoani che gli si paravano davanti, servendo anche la palla a Vlahovic dalla quale è nato l’1-0. Una prestazione di alto livello che segue quella positiva e di sacrifico col Napoli, dopo il punto più basso toccato simbolicamente dalla sua sciagurata rabona contro il Torino. Alle buone prestazioni l’argentino deve abbinare i gol, perché due reti in un girone sono un po’ poche per un calciatore del suo valore. Ora che sta bene ha tutti i mezzi per poter incrementare il suo bottino.
DUSAN CHIEDE SCUSA. Infine, continua a segnare Dusan Vlahovic, nonostante il primo rigore sbagliato da quando è professionista. Le ripetute scuse al pubblico del Franchi dopo il cucchiaio tentato (e parato da Sirigu) gli avranno fatto guadagnare qualche punto tra i tifosi meno infuriati, ma non di certo con la società. Che non vede l’ora di spedirlo il più lontano possibile da Firenze, infastidita (ed è un eufemismo) dai comportamenti di Ristic e compagnia e dalla mancanza di riconoscenza del calciatore. Non è detto che non vi riesca, viste le pressioni sempre più insistenti dell’Arsenal, ma la volontà di Vlahovic finora è sempre stata quella di restare fino a giugno. Se la Fiorentina o il club che lo vuole in squadra fin da subito non riescono a fargli cambiare idea, il ragazzo resterà sulle rive dell’Arno almeno per qualche altro mese. Ancora qualche giorno e sapremo come si evolverà la faccenda.
VERSO CAGLIARI. Nel frattempo, la Fiorentina guarda avanti. Il prossimo avversario si chiama Cagliari, altra sfida sulla carta abbordabile da non sottovalutare affatto. Oltretutto, una trasferta in Sardegna storicamente ostica per i colori viola, che l’anno scorso pareggiarono 0-0 in una delle più brutte partite mai viste. Dopo il Cagliari la pausa a fine gennaio, durante la quale si disputeranno due giornate del girone di qualificazione sudamericano ai Mondiali 2022. Il sogno Europa è ancora lì alla portata, la Fiorentina vuole giocarsela fino alla fine.
Di
Marco Zanini