L’intervista al ‘Fenomeno’: “La Fiorentina deve ambire a un piazzamento importante. A Kean manca poco per esplodere definitivamente”
L’ex viola Adrian Mutu, che ha passato alcuni giorni a Firenze, guardando allo stadio anche la vittoria della Fiorentina sul Milan, ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport. Queste le sue dichiarazioni: «Quel che più mi ha colpito nei quattro giorni, splendidi, passati a Firenze è stato l’affetto, l’amore dei tifosi. È un sentimento reciproco. lo amo loro, loro amano ancora me. Continuo a essere un fan della Fiorentina, la seguo, e Firenze è una città speciale».
E ha portato bene ai viola nella partita vinta al Franchi contro il Milan. Era proprio il successo che serviva alla squadra allenata da Raffaele Palladino.
«La Fiorentina ha aspettato il Milan e ripartiva. Lo ha fatto bene. Erano anni che non vedevo la squadra dal vivo. Bello, proprio una bella sensazione. Ho riconosciuto i meriti della squadra, anche se dal Milan mi aspettavo di più».
Il gioco di Palladino?
«Mi piacciono gli uno contro uno a tutto campo, ricordano quelli di Gasperini, che lui ha avuto. Non è un’idea nuova, ma mi ha colpito».
Albert Gudmundsson, il talento sul quale la società ha investito, gioca col 10. Vedendolo, le ricorda il super Adrian Mutu?
«Lo stile è quello, sì. Contro il Milan è stato gratificato anche dal gran bel gol. È un signor giocatore, l’unica cosa è che deve entrare più nel gioco, più nel vivo, a volte aspetta».
E Kean le piace?
«È forte fisicamente e aiuta a far salire la squadra. Mi è piaciuto tanto per questo atteggiamento, anche se l’ho visto sbagliare un rigore contro il Milan. La Fiorentina ha tanto bisogno di uno come lui. Dovrà soltanto maturare ancora un pochino per esplodere in maniera definitiva».
La Fiorentina può ambire a un piazzamento importante?
«Deve ambire a un piazzamento importante. Deve stare tra le prime 7-8 squadre, sempre. È un obbligo. Ci vuole sempre la mentalità da grande squadra perché si tratta sicuramente di una grande squadra».
E ha un seguito pazzesco.
«I tifosi sono unici e incredibili. La passione è rimasta immutata, è un elemento importante».
In attesa di una chiamata, come trascorre il suo tempo?
«Sto girando un documentario televisivo sulla mia vita. Mi godo la famiglia. Pensi che il mio figlio più grande ha già ventidue anni … Ma entro dicembre vorrei essere in panchina. Non vedo l’ora di riprendere».
Dove?
«Magari da voi. Così vado più spesso dal mio amico Leonardo alla Reggia di Fiesole. Un’amicizia che resiste da vent’anni. Colline, verde, buon cibo, Firenze vista dall’alto. Tornarci è stato bellissimo. Firenze è nel mio cuore».
Di
Redazione LaViola.it