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Moggi torna su Calciopoli: “Carraro mente, cercava di favorire il Milan”

L’ex dirigente della Juventus, radiato dal mondo del calcio dopo i fatti di Calciopoli, ha risposto a Carraro sugli episodi dell’epoca

Chiedere la grazia? E perché? La grazia la chiede chi ha avuto un ergastolo“. Luciano Moggi è fuori dal calcio: radiazione, la sentenza. Ma ogni tanto torna a parlarne, come è successo nell’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, a cui si è concesso per un’intervista.

Lo fa dopo che Franco Carraro, poche settimane fa, sempre in una chiacchierata con la rosea, era tornato sui fatti di Calciopoli. “Carraro (presidente della Figc all’epoca dei fatti, ndr) dice che tutto è nato da un suo errore politico, ho letto: nel 2004 voleva sostituire i due designatori Bergamo e Pairetto con Pierluigi Collina, loro lo hanno saputo e sono venuti quindi a cercare il mio appoggio. Una vera e propria bufala“.

Carraro non ha dubbi: è andata così. E allora Moggi risponde con la sua versione: “Allora, giusto per fare ordine. Nel 2004, noi e il Milan eravamo in lotta per lo scudetto e Carraro cercava di favorire i rossoneri di cui, in passato, era stato presidente: “Mi raccomando, gli dica di non aiutare la Juventus…”, la sua telefonata a Bergamo. Il destinatario di quel “gli dica” era Rodomonti, arbitro della nostra partita a Milano contro l’Inter: ovviamente non intendeva aiutare i nerazzurri, ma il Milan in caso di un passo falso della Juve“.

L’ex numero uno della Figc aveva detto anche che i due scudetti sarebbero dovuti rimanere non assegnati: “Ma non dice di cosa sono colpevoli i dirigenti bianconeri. Non lo dice per non continuare con le sue bugie. Non è stato lui ad ammettere di aver cercato di aiutare qualche squadra a non retrocedere danneggiando le altre? E, invece, parla dei designatori che vennero da me in cerca di protezione. Come la spiega questa? Nella settimana che precedeva Milan-Juve dell’8 maggio 2005, facemmo ricorso per recuperare Ibrahimovic, fermato da tre giornate di squalifica: richiedemmo la prova tv con l’assistente Griselli di Livorno che doveva dire se avesse visto o meno il fallo che allo stadio nessuno aveva visto fatta eccezione per una telecamera di Mediaset. Il tempo di presentare ricorso alla Commissione ed ecco la telefonata tra l’addetto agli arbitri del Milan Meani e Bergamo. “Griselli è di Livorno come me, la Juve troverà la porta chiusa”, la voce del designatore“.

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