Un allenatore che ha portato il gruppo a disposizione oltre i propri limiti, non sempre supportato dalla società. Ma è mancato un trofeo
Ancora gli sguardi persi nel vuoto. Distesi a terra sul campo con il volto fra le mani mentre gli avversari esplodono di gioia insieme ai propri tifosi. Una serata lunghissima, una notte di agonia mentre l’Atene biancorossa festeggia e porta in trionfo i propri atleti, autori di un’impresa per tutto il calcio ellenico visto che mai una squadra greca aveva vinto una competizione europea. È andata nel peggiore dei modi e quella che doveva essere l’occasione per prendersi una rivincita sul destino dopo l’atroce delusione di Praga, è diventata invece una condanna, per una Fiorentina che arriva sempre all’ultimo metro salvo poi cadere rovinosamente. Tre finali perse su tre, di cui due di Conference League, scrive il Corriere Fiorentino.
FINE CICLO. Il ciclo di Italiano si chiude così, con quello che se non è un record negativo poco ci manca e che in fondo non rende giustizia a un allenatore che in queste tre stagioni ha portato la squadra a disposizione al di sopra dei propri limiti. A pochi metri dal cambiare la storia, e dal mettere le basi per un futuro più ambizioso e solido (sportivamente parlando), la Fiorentina è caduta ancora, piegata dalla malizia e dai colpi dei giocatori dell’Olympiacos. Un finale per certi versi inaspettato perché erano i viola, a differenza di quanto avvenuto lo scorso anno contro il West Ham, a presentarsi sul campo dell’Agia Sophia con il ruolo di favoriti. Il sogno di Vincenzo Italiano e dei tanti giocatori che lasceranno Firenze tra poche settimane era quello di salutare da vincenti, per regalare e regalarsi la chiusura perfetta di un ciclo che forse avrebbe potuto dare di più se supportato fino in fondo nel modo adeguato, anche dalla società con le scelte di mercato. Lo sa bene lo stesso allenatore che anche per questo ha deciso che la sua avventura fiorentina doveva dirsi conclusa.
Di
Redazione LaViola.it