La Fiorentina ne fa 6 a Lecce, anche se perde Gudmundsson e Kean. Il 4-2-3-1 è la svolta tattica
I colore viola comincia ad essere sempre più presente sul foglio del campionato, scrive la Gazzetta dello Sport. La Fiorentina ne fa sei al Lecce a casa sua. Ed è un segnale importante. Non succedeva dal 1966 a Venezia. Fu un 6-2, stavolta è un 6-0 che porta la squadra di Raffaele Palladino a sedersi al tavolo delle grandi come le impone una campagna acquisti sontuosa e ricca di colpi.
Il primo blitz esterno della stagione, che dà seguito alla brillante vittoria interna col Milan, è firmato anche in condizioni non semplici. Perché l’attesissimo Gudmundsson si arrende dopo 6 minuti per un fastidio al flessore e il lottatore Kean dopo 27′ si becca una distorsione alla caviglia e resta in campo, da eroe, fino all’intervallo per non bruciare lo slot del cambio. E rischia pure di fare gol. Ma la vittoria la conquistano Cataldi e Colpani, due reti a testa, Beltran, bravo a entrare a freddo per Gud, e pure Parisi che, chiamato in causa, entra e segna.
Questi gli attori protagonisti, oltre all’imprescindibile e imprendibile Dodo (che provoca il rosso decisivo di Gallo) e al metronomo Adli che lancia Dodo nello spazio, ma sa sempre e comunque cosa fare del pallone. Il 4-2-3-1 è la svolta tattica di un gruppo che ora sembra aver trovato la sua identità, gioca in verticale e sulle fasce e non si stanca mai di proporre e di proporsi, vince gli uno contro uno e ha una difesa, formata sul territorio, con Comuzzo e Ranieri che stanno vigili e attenti. In questo contenso non c’è neanche bisogno di un Gosens in formato sprint. Il tedesco, richiamato in Nazionale, fa sereno il terzino.

Di
Redazione LaViola.it