La Fiorentina rimane prigioniera della clausola di Moise Kean. Fino al 15 luglio il manico del coltello è tutto dalla parte del giocatore
In principio fu Felipe Melo, o meglio ancora fu Pantaleo Corvino. L’ex ds della Fiorentina fu uno dei primi a utilizzare lo strumento della clausola rescissoria in Italia. Fu così che la Juventus arrivò, pagò 25 milioni, prese Felipe Melo e arrivederci. Sappiamo tutti, poi, come il brasiliano sia stato un mezzo flop in bianconero.
Il meccanismo è ormai chiaro ai più: se esiste una clausola, con un ammontare scritto, l’acquirente deve versare cash quella somma, tutto in una tranche, non esistono dilazioni (a meno che chi compra e chi vende non si accordi diversamente, ma lì nascerebbe una nuova trattativa); se il giocatore dà l’ok al trasferimento l’operazione si chiude immediatamente.
Tra i pro di questa tipologia di operazioni, in termini economici, c’è proprio il fatto che quei soldi entrano tutti e subito. Il meccanismo in sé tutela chi detiene la proprietà del cartellino, per cui se un giocatore vuole andarsene sa che cifra deve portare. Nei casi di alcuni club spagnoli, ad esempio, vengono spesso inserite cifre iperboliche proprio per questo motivo. Tra i contro c’è l’impossibilità per una società di opporsi a quel trasferimento. Nel caso di Kean, ad esempio, la Fiorentina è prigioniera di questo meccanismo, avendo inserito una cifra che un anno fa pareva utopica, mentre adesso sembra quasi irrisoria per quello che Kean ha fatto vedere in stagione. In pratica, oggi Kean potrebbe valere anche di più rispetto a quei 52 milioni di euro. Soprattutto se su di lui si scatenasse un’asta. Ma, essendo stata inserita una finestra temporale chiara, cioè dal 1° al 15 luglio, il pallino passerebbe nelle mani della Fiorentina solo al termine di questa data.
Solo dal 15 luglio in poi, dunque, la Fiorentina potrà essere certa di tornare padrona del proprio destino su Moise Kean. Non prima. Il manico del coltello, fino ad allora, sarà tutto dalla parte del giocatore. Il rischio, ovviamente, è quello di vedersi non solo soffiare il vice capocannoniere della Serie A, ma anche gli eventuali designati sostituti.
Certo, ci sarebbe comunque tempo dal 15 luglio in poi per trovare un altro attaccante (in caso). Ma, come detto, il rischio è che si debba virare su piani B e C già a metà luglio, non potendo bloccare un certo di tipo di obiettivi. Quale venditore (per esempio il Cagliari con Piccoli) bloccherebbe un giocatore, magari rifiutando altre offerte, sapendo che tutto dipende dall’eventuale uscita di Kean? E se non partisse? Ecco un altro contro.
Insomma, pochi pro e molti contro. Col senno di poi, perché se Kean avesse fatto meno bene di quanto ha fatto tutto sarebbe stato diverso. Non resta che attendere. E sarebbe un esercizio superfluo stare ad interrogarsi su quanto sposti per la Fiorentina poter avere o meno Kean a disposizione.
Di
Gianluca Bigiotti