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Kean ancora a caccia del primo gol: Moise vuole sbloccarsi col Como

Dal punto di vista realizzativo, l’ex Juve è partito col freno a mano tirato. Ma l’intesa coi compagni di reparto è destinata a crescere di giorno in giorno

Calma e gesso, scrive il Corriere dello Sport. Anche se lo scorso anno in cinque partite dopo i playoff di Conference League e tre giornate di campionato aveva segnato tre gol, centro di gravità permanente del gioco viola, e quest’anno invece, nello stesso periodo ma con una gara in meno per aver saltato il ritorno col Polissya causa squalifica, è ancora fermo a zero. Moise Kean, ovviamente. Per questo calma e gesso.

Il centravanti viola non può mai essere un problema, per definizione, di sicuro non certo adesso, perché intorno a lui fresco di super rialzo economico nel contratto è stata costruita la Fiorentina 2025-26 e perché scavando dentro i 314 minuti disputati (en-plein in Serie A più i 44 in Slovacchia fino all’espulsione) si trovano le ragioni di una partenza col freno a mano tirato, almeno a livello realizzativo: “colpa” del modo in cui aveva abituato e dei 25 gol della stagione passata che saranno un termine di paragone costante per forza di cose. Ma intanto Kean è stato decisivo per la quarta partecipazione di fila alla Conference League da parte della Fiorentina, propiziando il vantaggio nel 3-0 dell’andata (tiro sul palo, schiena del portiere ucraino e 1-0) e poi piazzando sulla testa di Gosens l’assist del 2-0. Inoltre, in due partite su tre in campionato ha avuto un compagno d’attacco accanto che lo scorso anno – terminale unico offensivo – non aveva: Piccoli per 77 minuti e poi Dzeko a Torino, Dzeko un tempo e Piccoli l’altro contro il Napoli.

Intendiamoci: non significa che un compagno di reparto va a togliere spazio, luce e palloni a Kean, ma significa che la Fiorentina là davanti ha un nuovo modo di giocare e soprattutto lo fa con interpreti nuovi in primis per lo stesso Kean, quindi è una questione di conoscersi in campo, di integrarsi, di far capire le esigenze proprie e di capire quelle dell’altro, sempre in un contesto di squadra che deve favorirli. Cosa viceversa finora un po’ venuta meno per la qualità di grado medio-basso del gioco espresso dalla squadra viola e, conseguenza diretta oppure no e comunque poco cambia, per le poche occasioni create per gli attaccanti.

Però, più i giorni scorrono e gli allenamenti si susseguono, più l’intesa è destinata a crescere a tutto vantaggio della fase offensiva della Fiorentina. E qualsiasi siano i motivi di quello che non è andato finora e i passaggi per sistemarlo in tempi da definire, ma che il tecnico parmigiano spera e calcola possibilmente brevi per l’incalzare degli impegni, Moise Kean non può mai essere in problema.

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