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Italiano va oltre i limiti della Fiorentina. E' lui il valore aggiunto

Nonostante una rosa con tanti, forse troppi, limiti i risultati ottenuti in questa stagione lasciano il club in corsa su tutti i fronti

Valore Vincenzo Italiano: non serviva l’1-1 di Budapest, ma adesso c’è un elemento oggettivo in più a qualificare ulteriormente il lavoro che il tecnico siciliano sta portando avanti in questo suo terzo anno sulla panchina della Fiorentina.

Scrive il Corriere dello Sport-Stadio. Perché se c’era la riconquista dell’Europa nella prima stagione a darne conto, se poi ci sono state le due finali a maggio passato di Conference League e di Coppa Italia a valorizzarne i contenuti come espressione quasi massima, adesso c’è un autunno a tinte viola con traguardi raggiunti e traguardi possibili ad accrescere ulteriormente i contenuti stessi.

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Dentro errori, correzioni, miglioramenti, modifiche fatte o da fare che ovviamente appartengono al percorso di crescita dell’allenatore, dei singoli calciatori e della Fiorentina nel suo complesso, in una strada che è ancora lunga e che molto può riservare.

DIFETTI E NON SENTIRLI

Ma adesso tutto è più evidente. Nonostante Nzola e Beltran, cioè gli attaccanti di riferimento preposti e designati a finalizzare il gioco, continuino a fare una fatica enorme partita dopo partita (3 gol in 22 presenze e 1.238 minuti per l’angolano, 3 gol in 20 presenze e 934’ per l’argentino).

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Nonostante gli esterni offensivi (che per Italiano sono attaccanti a tutti gli effetti), Gonzalez escluso, in quattro abbiano messo insieme appena 7 reti nelle tre competizioni (3 Sottil, 2 Ikoné, 1 a testa Brekalo e Kouame).

Ma soprattutto non riescano ad avere un rendimento uniforme verso l’alto. E a turno siano invece soggetti a battute a vuoto. Ikoné e Brekalo i più per così dire “sottoposti” nell’ultimo periodo e non solo. Nonostante la rosa, che è sì “profonda” ma non così tanto sotto il profilo qualitativo se elementi del calibro di Maxime Lopez, Barak e Parisi - tanto per citarne tre non banali - il segno non riescono a lasciarlo in maniera incisiva.

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Nonostante le 128 formazioni differenti all’inizio nelle 128 partite disputate, certo un po’ come antidoto alla contiguità incalzante degli impegni che solo così la puoi ammortizzare. Eppure è difficile credere che Italiano non punterebbe sugli stessi per due-tre volte di fila se solo avesse qualche certezza in più.

TRE FRONTI APERTI

Sembrerebbe il ritratto di una squadra in difficoltà, che lotta per risultati minimi. Invece è il resoconto “parziale” ma veritiero della Fiorentina che in tre mesi o poco più di stagione è a ridosso della zona Champions in campionato, si è presa gli ottavi di Conference League col primo posto e da imbattuta in un girone non impossibile e però nemmeno semplicissimo.

E ha comunque saltato l’ostacolo Parma per accedere ai quarti di finale di Coppa Italia. Dove a breve saprà se avrà la rivincita con l’Inter o se incontrerà il Bologna.

SCATTO IN AVANTI

E i meriti di Vincenzo Italiano sono inequivocabili, quasi tangibili. Avendo dato identità, gioco e personalità alla squadra che va a giocarsela con tutti e contro tutti, ottenendo rispetto e considerazione dovunque, e semmai adesso il salto di qualità sarà trovando le contromisure alle contromosse che gli avversari ormai hanno individuato per mettere in difficoltà la Fiorentina (aspettarla e ripartire).

È il passaggio obbligato per vincere .


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