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Il ‘tracollo’ delle riprese. Fino al Bologna solo 1 gol incassato nei secondi 45’, 8 nelle ultime 6

Mandragora, Ranieri, Adli e Folorunsho - Fiorentina

La Fiorentina ha perso solidità, tenuta fisica e mentale. Nelle riprese, ultimamente, sparisce  sempre dal campo

L’unico gol che la Fiorentina aveva incassato nelle riprese fino al 15 dicembre scorso era stato quello di Pulisic contro il Milan. Gol, tra l’altro, ininfluente, visto che la squadra di Palladino riuscì comunque a ritrovare il gol del sorpasso con Gudmudnsson stendendo il ‘Diavolo’ (anche grazie alle miracolose parate di De Gea e al doppio errore dal dischetto dei rossoneri).

Già di per sé, quel dato di 1 solo gol incassato in 14 secondi tempi di Serie A rappresentava un record, impreziosito dal fatto che la Fiorentina era l’unica squadra dei massimi campionati europei a non aver mai subito un gol nell’ultimo quarto d’ora di partite. Dal match col Bologna in poi, invece, la Fiorentina dei secondi tempi si è sempre e costantemente sciolta.

Al Dall’Ara, dopo un bel primo tempo con almeno 2/3 occasioni da gol clamorose costruite e quasi 0 concesse, la Fiorentina ha iniziato ad evidenziare un tracollo fisico e mentale nelle riprese. Il Bologna vinse quel match con un gol al 59’, poi fu la volta dell’Udinese che al Franchi andò sotto all’intervallo e nei primi 15’ della ripresa la ribaltò con 2 reti. Quindi la rete a Torino di Thuram in avvio di secondo tempo, poi quelle di Lukaku e McTominay col Napoli, quella di Maldini col Monza e quella di Gineitis col Torino. In pratica, se fino alla sfida coi rossoblu di Italiano la Fiorentina di Palladino aveva subito solamente un gol in tutti i secondi tempi, nelle successive sei gare ne ha incassati 8 solamente nelle riprese.

Non c’è solo il dato dei gol incassati a far riflettere. In fin dei conti, guardando lo sviluppo delle gare, ciò che fa specie è come anche i vari Monza e Torino abbiano addirittura chiuso in attacco, avendo altre occasioni al cospetto di una Fiorentina inerme e impaurita. L’unica eccezione si è avuta con la Juventus. Ma al netto di risultati e gol, sono le fasi di partita che fanno preoccupare. Col passare delle gare, infatti, la squadra di Palladino ha ridotto progressivamente lo ‘stare in partita’. Dall’aver giocato un tempo al Dall’Ara ai 15-20 minuti col Napoli, da un buon primo tempo col Torino alla mezz’ora inziale di dominio con l’Udinese e col Monza.

Più che i dati in sé, insomma, a preoccupare è il trend. Sia di risultati che di tutto il resto: la tenuta fisica, l’incapacità di reggere ad alti ritmi, la mancanza di reazione quando puniti e la difficoltà di reggere un risultato (anche contro avversari derelitti come il Torino o il Monza, o comunque battuti come il Cagliari). C’è molto da lavorare, insomma.

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