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Il pagellone di Laviola.it, la difesa: De Gea super, come Gosens. Comuzzo dai due volti

Pagelle centrocampo

L’analisi delle prestazioni e del rendimento della stagione dei singoli della Fiorentina, si inizia con la difesa

Fine stagione, tempo di bilanci e di voti. In difesa ottimo rendimento di De Gea e Gosens. Comuzzo con alti e bassi. I voti:

DE GEA, VOTO 8 Gli errori si possono contare sulle dita di una mano: quell’uscita mancata con l’Inter a San Siro, la respinta corta su Lukaku a Napoli. Forse rivedibile col Puskas all’andata. Per contare i miracoli ce ne vorrebbero 4-5 di mani. Se la Fiorentina è entrata in Conference molto lo deve alle parate straordinarie dello spagnolo in Ungheria. Miracoli in serie col Milan al Franchi, allo scadere col Genoa a Marassi, con tutti. Una stagione pazzesca quella di De Gea, su cui Palladino ha basato molto delle ‘fortune’. O meglio, molti dei suoi risultati. Basta dare un occhio agli xG della Serie A, con la Fiorentina che vanta un saldo positivo come pochi altri in campionato: -8. In pratica, stando ai calcolatori, avrebbe dovuto subire 8 e più reti in più.

TERRACCIANO, VOTO 5 Dopo anni in cui ha messo a sedere tutti i competitors, con De Gea non c’è mai stata partita. Ok a Parma e col Venezia ad inizio stagione, già molto rivedibile col Monza al Franchi. Da lì in avanti ha perso il posto in A, invertendosi nei gradi di titolare con lo spagnolo, giocando solamente in Europa e in Coppa Italia. Anche lì, diversi gli errori messi a referto, dal Pafos al disastro di Atene col Panathinaikos. Da lì in avanti, non a caso, Palladino non lo ha più fatto giocare.

COMUZZO, VOTO 6.5 Quando venne schierato titolare a Parma fu sorprendente. Tutto l’inizio della stagione è stato sorprendente. Tanto da mettersi dietro nelle gerarchie Pongracic, pagato 15 milioni. Tanto da saltare l’Under 21 e passare direttamente dall’Under 20 alla Nazionale maggiore, con annesso un mercato invernale in cui è stato molto vicino al Napoli per oltre 30 milioni. Poi il lento e progressivo calo. Da quando Palladino è passato alla difesa a tre ha messo in serie partite difficili, fino al doppio errore col Betis, la fotografia della sua seconda parte difficile di stagione. Coi piedi male, in marcatura meglio. Ma a quattro, non a tre. Chiusura di stagione col botto, con un gol di tacco che, in fin dei conti, ha tenuto vive le speranze di entrare in Europa fino all’ultimo minuto di partita a Udine.

PONGRACIC, VOTO 6 Debutto horror, con errori e rosso a Parma. Altri passaggi a vuoto, in una difesa a tre in cui non riusciva a prendere le misure. Poi l’infortunio, il rientro e buone prestazioni nel girone di ritorno, tanto da ri-mettersi dietro nelle gerarchie Comuzzo, anche per la capacità di impostare coi piedi. Prima parte negativa, seconda positiva.

PABLO MARI’, VOTO 6 Buono l’impatto, tanto da convincere Palladino a cambiare modulo passando alla difesa a tre. Poi anche lui è calato, con alcune partite non proprio convincenti come a Venezia. Col senno del poi chissà cosa sarebbe successo se fosse stato inserito in lista Uefa, visto che Palladino ha insistito sulla difesa a tre non avendo a disposizione uno dei pochi specialisti in quel modulo.

RANIERI, VOTO 6,5 Non sempre impeccabile in fase difensiva, a volte sopra le righe quando c’era da protestare o provocare, ma da quando ha ereditato la fascia di capitano non si può certo non riconoscergli l’impegno di averla sempre onorata. Con un paio di reti importanti ha tolto le castagne dal fuoco disimpegnandosi bene anche davanti, come a Celje, col Betis a Siviglia e con l’Inter.

GOSENS, VOTO 7 Peccato sia arrivato da queste parti solamente a 30 anni. Impatto subito importante con la rete del 2-2 segnò al Monza al 90’. I gol decisivi si sono poi ripetuti in serie, dal quello a Marassi col Genoa alla doppietta col Betis che aveva illuso la Fiorentina di poter rimontare gli spagnoli, passando per il doppio assist in Grecia col Panathinaikos fino ad alcuni salvataggi miracolosi e decisivi. A inizio stagione gli è stato chiesto un sacrificio, giocando da terzino. Quando poi Palladino ha cambiato metodo di gioco, riportando Gosens a tutta fascia, il tedesco si è dimostrato molto più a suo agio. 8 reti e 10 assist sono un gran bel bottino, da unire al peso di leadership avuto su questo spogliatoio.

MORENO, VOTO 5 Rivedibile come difensore, con errori marchiani come quello che portò al rigore col Napoli. Male da esterno a tutta fascia come col Celje. Non proprio esaltante quando ha fatto il terzino a quattro. Insomma, 5 milioni che potevano essere spesi meglio.

DODO, VOTO 6,5 C’è stato un momento di stagione in cui volava. Discese, assist, giocate, sorrisi. Poi un calo, l’assenza di sostituti non avrà aiutato a dosarne le energie. Col passaggio al 3-5-2 la Fiorentina ne ha sfruttato le doti offensive, come quelle dall’altra parte di Gosens. Sotto porta, tuttavia, decisamente rivedibile, a differenza del tedesco. Poi l’appendicite, quando era già in fase calante, in una stagione comunque molto positiva. Il futuro è ancora da scrivere.

PARISI, VOTO 6 Qualche difficoltà all’inizio, molto meglio nel finale di stagione. Come vice Gosens nel 3-5-2 ci può tranquillamente stare in una Fiorentina che vuole ambire a migliorarsi. Ok anche a destra, quando ha dovuto sostituire Dodo. Per lui 2 reti e 2 assist, ma soprattutto sensazioni di crescita.

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