L’esterno tedesco è parso uno dei più in difficoltà rispetto alla scorsa stagione, ma non ha perso il suo status di leader del gruppo
“Non si può dire che andrà tutto bene, e poi non farlo sul campo. È giunto il momento di parlare di meno. Bisogna restare uniti e positivi nello spogliatoio e credere in quello che dice l’allenatore. Ed è quello che facciamo”. Il monito è di quelli pesanti, perché a pronunciare queste parole è stato Robin Gosens, capitano morale della Fiorentina. E forse anche di più. Il tedesco non indossa la fascia in campo, ma all’interno del gruppo è uno di quelli con il peso specifico maggiore. Quando parla non lo fa mai a caso. E spesso i concetti non sono quelli banali a cui ha abituato il mondo del calcio.
STRADA. Robin ha indicato la strada ai compagni. Concetti snocciolati anche all’interno del Viola Park e non solo davanti a un microfono. “Credere in quello che dice l’allenatore” è la frase più ricca di significato. Messaggio di stima anche nei confronti di Stefano Pioli e della sua proposta di calcio. Probabilmente non ce n’era nemmeno bisogno, ma il tecnico della Fiorentina avrà di certo incassato volentieri la fiducia di uno dei leader dello spogliatoio. Adesso non c’è altro da fare, a cominciare dalla trasferta di Milano.
TEMPO. Gosens ha anche chiesto tempo, seppur la stagione corra già molto veloce. “È logico che una nuova filosofia di gioco un nuovo allenatore e nuovi giocatori abbiano bisogno di tempo per funzionare e trovare il loro posto”. Un tempo che il gruppo gigliato non ha, o almeno, lo ha già utilizzato nelle scorse settimane. Il trend deve cambiare, la squadra deve cominciare a correre. Uniti e compatti dietro l’allenatore. Step brevi, ma significativi. Da qui alla sosta di novembre la musica dovrà essere necessariamente cambiata.
Di
Alessandro Latini