Il numero 10 della Fiorentina: “In campo mi piace avere libertà. Vengo da un piccolo infortunio, lavoro per arrivare al top”
Lunga intervista sulle pagine di Repubblica ad Abert Gudmundsson, fantasista della Fiorentina. Questa la prima parte delle sue dichiarazioni, partendo dal commento all’assoluzione dall’accusa di violenza sessuale nei confronti di una donna: «È stato un periodo difficile ma l’importante è rimanere positivi. Ho anche letto molti libri sulla mentalità di crescita e consiglio a tutti di farlo». Ha trascorso gli ultimi giorni in Spagna, totale relax, e da ieri è tornato ad allenarsi con l’obiettivo di spingere più in alto possibile la Fiorentina. «Indossare la maglia numero dieci è un onore per me. Baggio, Rui Costa, Antognoni: sento l’affetto della tifoseria e l’importanza che viene data a questa maglia».
Dal Genoa alla Fiorentina, la scorsa estate, il passaggio è stato semplice. Almeno sulla carta: oltre 28 milioni di euro e l’assoluta decisione con la quale la dirigenza viola ha scelto il suo nuovo idolo. «Il motivo principale della mia scelta è che la Fiorentina mi aveva mostrato interesse già da gennaio ed era molto ansiosa di prendermi. Hanno cercato di fare di tutto per farmi venire qui ma non era il momento giusto per alcuni motivi. Poi per tutta l’estate mi hanno chiamato, insieme al mio agente, e mi hanno corteggiato in ogni modo. Tutto questo mi ha dato la giusta motivazione e non ho mai avuto dubbi» . Neanche quando c’erano altri club, come l’Inter, che spingevano. «È vero, c’erano altre proposte ma la Fiorentina è sempre stato l’unico club in cui volevo andare».
«Con Kean c’è feeling, dentro e fuori dal campo. Mi fa ascoltare la sua musica, mi piace. È un giocatore fortissimo e ha ancora tanto potenziale per giocare ad alti livelli. Insieme potremo fare un’ottima stagione» . Nessun problema sulla scelta del rigorista? «È chiaro che sono io il primo rigorista ma se se la sente, può tirarlo anche lui. Siamo qui per vincere e il nostro obiettivo è solo questo. Per me non è importante chi segna. Mi interessa soltanto la vittoria».
E in campo, come si trova meglio Gud? «Mi piace avere la libertà ma credo di potermi esprimere bene anche in una squadra che segue uno schema o una struttura di base. Se l’allenatore vuole che io faccia qualcosa, lo faccio perché sono sicuro che cercherà il meglio non solo per me ma per tutta la squadra».
Da qualche giorno il presidente Commisso è tornato negli Stati Uniti. Ha avuto modo di conoscerlo e, al Franchi, di dedicargli la vittoria coi rossoneri. «Tutti vorrebbero arrivare a un trofeo soltanto sfumato negli ultimi due anni. La Fiorentina è stata anche molto sfortunata se ripensiamo a quelle partite. Il presidente Commisso ha una grande energia, si vede la sua passione e basta guardare quello che ha costruito qui. Non ho mai visto un centro sportivo del genere, il Viola Park non potrebbe essere migliore di così» .
E Palladino? «Un grande, prima di ogni gara mi dice di incidere e di esprimermi al massimo. Vengo da un piccolo infortunio prima del mio trasferimento a Firenze: lavoro ogni giorno per arrivare al top e sento che sono vicino».
Di
Redazione LaViola.it