Da Giuntoli a Petrachi, i primi nomi. Non verrà promosso Goretti. Ma serve una risposta della squadra
Il primo scossone è arrivato ancor prima dei novanta minuti decisivi di oggi contro il Lecce perché Daniele Pradè non è più il direttore sportivo della Fiorentina, ma in un momento così complicato i colpi di scena potrebbero anche non essere finiti qui. Serve almeno la vittoria contro il Lecce per riportare un po’ di ordine perché il penultimo posto in classifica, con zero vittorie, ha scosso l’ambiente. Anche Stefano Pioli non è del tutto saldo in panchina, nonostante le continue rassicurazioni della società. Il risultato di oggi sarà la prima base di riflessione, ma neanche l’unica. Il primo a essere totalmente consapevole del momento è lo stesso Pioli, troppo esperto per non leggere la situazione.
CACCIA AL DS. Daniele Pradè ha presentato le dimissioni irrevocabili ieri mattina al presidente Rocco Commisso e al d.g. Alessandro Ferrari, dopo mesi di riflessioni su un eventuale passo indietro, poi sempre rimandato per la fiducia incassata da Commisso. Subito dopo ha comunicato la decisione a Pioli e ai giocatori che erano al Viola Park per l’allenamento. A stupire più che la notizia dell’addio è la tempistica, alla vigilia di una partita importante come quella con il Lecce, ma i malumori della piazza potrebbero aver accelerato i tempi. Per il futuro in città gira già da tempo il nome di Giuntoli a cui si aggiunge quello di Petrachi, ma per adesso sono solo ipotesi perché per la scelta si andrà almeno alla prossima settimana. Sicuramente non ci sarà una “promozione” di Goretti che rimarrà nelle vesti attuali di direttore tecnico. Oggi intanto c’è da battere la formazione di Eusebio Di Francesco, che ha sfiorato la panchina della Fiorentina nel 2017 quando poi era stato scelto Pioli. Chi era il direttore sportivo? Pantaleo Corvino, ora al Lecce, che nel 2019 non era stato confermato dalla Fiorentina di Commisso che aveva preferito Pradè. Grandi intrecci dal passato.
TUTTO IN CAMPO. Per cercare di fermare il terremoto cittadino, i calciatori oggi in campo devono andare oltre i propri limiti per vincere, ma anche per mettere in campo una prova convincente, come mai accaduto quest’anno. Un club che in estate sognava un piazzamento in Champions League e ora si trova a battagliare nei bassifondi. Ieri Pioli non ha parlato ma mercoledì nel post-Inter, il messaggio dell’allenatore era stato già chiaro: «Serve una squadra focalizzata sul salvarsi». I viola sono penultimi, non hanno mai vinto e hanno soltanto quattro punti. In più sono la peggior difesa del campionato (15 gol) e hanno segnato appena 7 reti. Rimandare l’appuntamento con la vittoria appare impossibile e anche l’ultimo alibi è caduto con le dimissioni di Pradé.

Di
Redazione LaViola.it