L’islandese ha saltato le due ultime partite di campionato. Adesso è pronto a tornare nel sentitissimo derby contro il Pisa
Nelle difficoltà sono i migliori a dover emergere. Proprio per questo, la netta sensazione a Firenze è che ci sia bisogno del vero Albert Gudmundsson. Ancora mai visto sui livelli di Genova, quando era al suo primo anno in Serie A. Con il Grifone stupiva, a Firenze invece non ha ancora trovato la sua dimensione. La media fra minuti giocati e gol dell’anno scorso è stata in realtà tutt’altro che bassa. Sono stati però i tanti infortuni a portarlo a prestazioni a singhiozzo e a non trovare mai la condizione fisica migliore. All’inizio di questa stagione ha già gridato a gran voce la voglia di dimostrare il proprio valore: ora tocca soltanto a lui trasformare tutte le intenzioni in pratica, al più presto. In estate è stato riscattato dalla Fiorentina per 13 milioni (oltre ai 6 già versati l’anno precedente), ha la piena fiducia di società e dell’allenatore, che ora attendono risposte più che positive. Lo scrive La Gazzetta dello Sport.
AVVERSARIO SPECIALE. Quella di domenica prossima a Pisa sarà una gara del tutto particolare, per un motivo. L’islandese ritrova, da avversario, l’allenatore che lo ha fatto esplodere in Serie A. Quel Gilardino che gli diceva: “vai e gioca” quando erano entrambi al Genoa e si esaltavano a vicenda. Il Gila ha fatto emergere quell’anarchia tattica che rimane una delle migliori caratteristiche di Gud. Stefano Pioli vorrebbe trovare la stessa chiave in una trequarti da occupare con lui in solitaria o in coppia con un altro uomo di qualità in modo da stressare le linee difensive avversarie, attraverso un gioco imprevedibile e fluido. Per adesso, però, tutto ciò è rimasto teoria, ma la convinzione generale è che presto arriverà il giorno della svolta.
DUE PARTITE SALTATE. Stefano Pioli lo ha utilizzato in tutte le prime quattro uscite (tre da titolare) fra campionato e Conference, per poi doverlo lasciare a riposo dopo l’infortunio alla caviglia in Nazionale. Un problema fisico arrivato subito dopo la rete con la casacca dell’Islanda, di lieve entità ma che gli ha fatto saltare le ultime due sfide in viola. Prima contro il Napoli quando ha provato a stringere i denti, ma non è stato nemmeno convocato e poi con il Como quando è rimasto in panchina per tutti i 90′. Non era al cento per cento e l’allenatore ha deciso di non utilizzarlo, forse pensando già alla sfida di domenica prossima all’Arena Garibaldi dove sarà chiamato a fare la differenza.
A CACCIA DI GOL. Da agosto in poi, Gudmundsson ha realizzato una sola rete contro il Polissya, nel preliminare di andata di Conference. Nessuna in campionato, così tutto il resto del reparto offensivo. Per dare più soluzioni alla squadra serve uno scatto in avanti nelle prestazioni, visto che la Fiorentina non ha mai vinto in Serie A, e perfino le prestazioni generali sono state al di sotto di un club ambizioso come quello del presidente Rocco Commisso. Nella testa di Gud ora c’è soltanto la voglia di emergere e di rendere al massimo per ricambiare l’amore e perfino la pazienza che la piazza ha avuto nei suoi confronti. Nessuno si stanca di aspettare se sa che dietro c’è il talento.
INFORTUNI E PROCESSO. A frenarlo lo scorso anno sono stati pure i ripetuti infortuni che lo hanno fatto scendere in campo solo 1757 minuti fra campionato e Coppe, con otto reti messe a segno, alcune delle quali molto pesanti o comunque nei big match con Lazio, Milan, Napoli e Juventus. Resta però quel senso di incompiutezza generale che ora aspetta un’inversione di tendenza. A inizio novembre ci sarà poi l’udienza finale in Islanda per il procedimento per presunta cattiva condotta sessuale e ai primi di dicembre arriverà la sentenza definitiva. Il giocatore è tranquillo perché è già stato assolto a più riprese, ma sarà solo la parola “fine” a mettere tutto alle spalle.
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Redazione LaViola.it