Fiorentina, il grande vuoto. La sosta per cambiare verso. Con Pioli

Tanti problemi venuti a galla, le colpe dell’allenatore (non in discussione) e della società con acquisti non funzionali.

C’è un allenatore sotto tiro, una squadra smarrita, un attacco evaporato, un gioco confuso e la freschezza della squadra giovane e ambiziosa appassita nel giro di poche settimane. Forse detta così la situazione sembra un po’ forzata, ma non ci sono dubbi sul fatto che i tifosi “clienti”, già costretti dall’azienda Fiorentina a doversi eccitare all’idea di un obiettivo sistemato al settimo posto, stiano smaniando per questo poco o nulla raccolto fin qui, cioè da quando la grande epurazione e il festival delle plusvalenze ha trasformato la Fiorentina in una squadra normale quando va bene e mediocre il più delle volte. Così scrive La Repubblica.

ANALISI ‘LUCIDA’. Comunque non siamo ancora nel buio fitto dell’ideona Mihajlovic, anche se gli ideatori sono quelli lì. E comunque c’è una premessa fondamentale a questa storia: Pioli per il momento non è in discussione. Il che significa che ogni analisi, pur tenendo conto delle sue responsabilità, deve andare oltre la pancia e concentrarsi sulla realtà e su cosa potrebbe avvenire in questi giorni di sosta. C’è una squadra che butta sempre via il vantaggio con inspiegabile coerenza. Cambi prevedibili, giocatori inguardabili, un attacco feroce come un bradipo in giornata no. 

LIMITI DEL MERCATO. Tra l’altro è giusto ricordare che i pochi giocatori capaci di fare qualcosa di buono sono tutti figli del mercato di un anno fa. Il che significa, stando a ciò che è emerso in questa prima parte di stagione, che gli ultimi affari sono stati utili alla causa più o meno come il passaggio in viola di Savio Nsereko o di Iakovenko. Quindi viene da pensare che i limiti di Pioli vadano condivisi con chi ha scelto giocatori non esattamente all’altezza. Anche se la coppia Pjaca-Mirallas resta sulla carta superiore a Gil Dias-Thereau di un anno fa.