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Figc: corsa al voto ma si lavora a candidato unico. I programmi di Tommasi, Sibilia e Gravina

Tempo scaduto per le candidature: Cosimo Sibilia, Gabriele Gravina e Damiano Tommasi in corsa, mentre il blitz di Claudio Lotito alla fine non si è concretizzato. Diversi club di Serie A e B hanno temporeggiato e il patron di Lazio e Salernitana ha dovuto alzare bandiera bianca. Sta di fatto che da ieri a mezzanotte, i candidati restano tre e la situazione comunque molto frammentata. Sulla carta il favorito resta il presidente della Lega nazionale dilettanti forte del 34% del peso elettorale della sua lega compatta. In scia il presidente dell’Assocalciatori, Damiano Tommasi con il 30% (20% dell’Aic, 10% Aiac), e il numero uno della Lega Pro, Gabriele Gravina. A due settimane dal voto del 29 gennaio, gli equilibri sono però destinati a cambiare.

Da oggi parte la corsa a immaginare una sintesi, una fusione delle prospettive che possa garantire a uno dei tre la possibilità di presentarsi alle elezioni e poter ottenere la maggioranza valida per poter governare. Il rischio che tutti i ‘saggi’ del calcio mirano a scongiurare è quello di un commissariamento per mancanza di una governance democraticamente espressa. “Un’intesa con Gravina? Per quanto mi riguarda, assolutamente sì, non escludo nulla”, si sbilancia Sibilia. Ma Gravina, che pure richiama tutti a nuovi incontri, sembra più affine a Tommasi e Ulivieri: “In linea di principio io, Damiano e Renzo Ulivieri siamo perfettamente affini a portare avanti insieme un percorso poi decideremo chi e come”, dice il numero uno della Lega Pro. Dal canto suo, il capo degli arbitri lo appoggia: “Per ora ho letto quello di Gravina, gli altri non lo ho ancora visti. Quello di Gravina e’ un gran bel programma”, dice Nicchi. Insomma, una situazione di frammentarietà che rispecchia anche quella del Paese, con tre poli al momento barricati dietro i loro rispettivi interessi politici.

“Non mi interessano i nomi dei candidati o se ci sarà un candidato unico”, tiene a far sapere Luca Lotti. “Quello che mi interessa – prosegue il ministro dello Sport – sono i programmi dei tre”. Sibilia punta al rilancio della nazionale azzurra con un ruolo tecnico nel Club Italia, a un nuovo rapporto con Coni e governo per discutere di contributi a un campionato “semiprofessionistico” tra Serie B e Dilettanti. Lo stesso medita Gravina, con Serie A e B da 20 squadre e una Serie C semipro da 60 club. Con Tommasi presidente invece si parla di distribuzione delle risorse, sostenibilità del sistema, nuove regole e credibilità.

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