I dati con cui Nico Gonzalez ha chiuso la stagione, l’incognita sul suo futuro anche in base alle idee tattiche di Palladino
“Gonzalez? E’ incedibile al 99%”, cit. Daniele Pradè. La premessa è d’obbligo, perché se dovessero arrivare offerte monstre, soprattutto dalla Premier, chissà…come vale per quasi tutti i calciatori nel calcio moderno.
RUOLO. L’altra premessa è legata a come Raffaele Palladino intenderà far giocare la sua Fiorentina. Se con Italiano l’argentino ha sempre trovato come collocazione naturale la casella di esterno offensivo, che fosse a sinistra (raramente) o a destra nel 4-3-3 o 4-2-3-1 del neo tecnico del Bologna, in caso di virata tattica verso un 3-4-2-1 o comunque con l’abbandono degli esterni d’attacco, Nico potrebbe dover cambiare ruolo, oppure potrebbe finire sul mercato per finanziare nuovi acquisti (da capire, inoltre, con quale ordine temporale le cose potrebbero accadere, se in virtù di un’offerta importante per l’argentino che induca Palladino a rinunciare agli esterni d’attacco o viceversa). Nico, in passato e con la Nazionale, ha giocato sporadicamente anche da terzino, ma potrebbe fare anche la seconda punta.
TIRI/GOL. Gonzalez ha chiuso questa stagione col suo miglior bottino di gol da quando è arrivato alla Fiorentina, 16. L’anno scorso si era fermato a 14. Ha chiuso all’11° posto nella classifica marcatori della Serie A con 12 centri, pur dovendo saltare quasi 2 mesi di stagione per un infortunio rimediato a dicembre in Conference League, che ne ha condizionato il rendimento nella seconda parte di stagione. Tanti i legni colpiti, con anche due rigori sbagliati che avrebbero potuto permettergli di ampliare il suo bottino di reti stagionali. Stando alla sola Serie A ha concluso con 12 reti in 1914’, ovvero 1 gol ogni 160’ circa, per 87 tiri totali, ovvero col 13.8% di realizzazione per 1 gol ogni 7,25 tiri. Per lui, sempre stando al solo campionato, anche 2 assist. Spesso, tuttavia, è mancato nelle gare decisive, tipo a Bergamo con l’Atalanta nella semifinale di Coppa Italia e nella finale di Conference League con l’Olympiacos. Alla voce cinismo, inoltre, Gonzalez ha peccato in più di una circostanza. Se ad inizio anno andava in rete spesso al primo pallone toccato (con Genoa, Rapid, Napoli o Frosinone ad esempio, quando aveva percentuali di realizzazione superiori al 25%), nel rush finale di questa stagione ha sprecato troppo, dagli errori col Bruges all’andata e al ritorno (clamoroso il gol sbagliato davanti a Mignolet in Belgio) ma anche in Nazionale, dove è stato ‘accusato’ di troppa leggerezza davanti al portiere avversario.
ALTRI DATI. Tra gli altri numeri della stagione di Nico Gonzalez che vanno evidenziati c’è anche quello sul come l’argentino è andato in gol, col ‘cabezazo’ come sua caratteristica: 5 le reti segnate di testa in Serie A. Molte le spizzate di testa sui rilanci lunghi dalle retrovie, per quello che a tratti è diventato un vero e proprio schema da parte di Italiano. Quest’anno è stato delizia sui calci di rigore ad inizio stagione diventando poi croce nella seconda parte. Fino al penalty sbagliato con l’Inter non ne aveva fallito neppure uno da quando era arrivato a Firenze, arrivando a 10 gol di fila dal dischetto, prima di sbagliarne due di fila con Inter e Lazio. Molto meno brillante del solito in termini di qualità. Basta vedere la voce dribbling, con 34 tentativi di saltare l’uomo riusciti sugli 89 totali, ovvero ‘solamente’ il 38%. Parametro, questo, che teoricamente sarebbe fondamentale per chi gioca esterno d’attacco.
RIASSUMENDO. Al netto di dati e numeri, molto dipenderà da eventuali offerte e dalle idee tattiche di Palladino. In caso di continuità sulla via degli esterni offensivi, inoltre, servirebbe un ‘restyling’ importante del parco giocatori. Impensabile ripartire da Ikoné e Sottil, con Kouame che pare in uscita mentre Brekalo e Sabiri potrebbero tornare (entrambi sarebbero esterni offensivi adattati).
Di
Gianluca Bigiotti