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Della Valle: “Continuiamo a seguire la Fiorentina. Lo stadio un rimpianto”

Diego Della Valle

“Sulla cessione decise mio fratello. Ma abbiamo lasciato la società a gente finanziariamente solida”, ha detto l’ex patron

L’ex patron della Fiorentina, Diego Della Valle, ha parlato ai microfoni di TMW a margine del ‘Festival dello Sport‘ di Trento: “Continuiamo a seguire la Fiorentina la domenica. Peccato che sono arrivate le finali ma non le vittorie, ma se sono arrivate vuol dire che si sta facendo un buon lavoro, con un po’ di tempo ho l’impressione che le finali le porterete anche a casa“.

CESSIONE FIORENTINA. È mio fratello che decide. In quel periodo era talmente dispiaciuto e amareggiato che credo abbia fatto la scelta giusta nel dare la società a gente finanziariamente solida. Il nostro problema era trovare qualcuno che garantisse un futuro alla Fiorentina e abbiamo trovato qualcuno che questo lo sta facendo, agevolandolo tra l’altro perché gli abbiamo lasciato una bellissima squadra“.

STADIO.La mancata realizzazione dello stadio un rimpianto? Sì, direi di sì, anche se alla fine il Comune di allora ha fatto tutto ciò che poteva. L’idea di integrarlo con attività che doveva portare un aiuto economico alla società mi sembrava ottima, ma è andata così. Facciamo gli auguri alla società attuale di poterlo fare. Mi pare che ci sia la volontà di tutti e questo è molto bene. Centro sportivo? Noi ne avevamo fatto uno dietro lo stadio, questo centro l’ho visto dai giornali ed è molto bello“.

Queste invece le parole con le quali l’ex proprietario della Fiorentina ha ricordato i suoi anni alla guida del club e la successiva cessione a Rocco Commisso dal palco del ‘Festival dello Sport‘: “Siamo una famiglia semplice, abituata a gestire situazioni difficili. Non c’era un piano basato sulla pressione. Andrea aveva smesso di divertirsi. Era profondamente legato alla società, ma a un certo punto sentiva che il suo impegno emotivo non veniva compreso, al di là del denaro, che è importante ma per noi secondario. Alla fine, sebbene gli costasse molto, è stato lui a decidere di vendere, ed era più dispiaciuto di me. Andrea ha saputo concludere un’operazione che ha sostenuto sia la società che la città di Firenze. Siamo usciti dal calcio vendendo un club con molti giocatori di valore sul mercato. Tra le varie opzioni, abbiamo scelto quella più solida per la società, e non quella più vantaggiosa per noi, mantenendo giocatori che mi sarebbe piaciuto vedere in squadra per uno o due anni ancora“.

L’ACQUISIZIONE DEL CLUB.Era l’inizio di agosto, stavo per andare in vacanza quando il sindaco di Firenze mi chiamò, chiedendomi di aiutare a risolvere un problema urgente, perché il calcio a Firenze è tutto. La Fiorentina rischiava di non essere iscritta al campionato. Fui colto di sorpresa, ma conoscevo il sindaco e sapevo che era una persona seria. Abbiamo deciso di prendere la squadra con l’idea di lasciarla presto nelle mani di una persona seria, preferibilmente fiorentina, ma non è stato possibile, così siamo rimasti noi e abbiamo fatto delle cose importanti, portando la Fiorentina in Champions League, un traguardo ambizioso per una città con un bacino di utenza rilevante come Firenze“.

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