Cabral cresce, ma il gol non arriva. Piatek si è fermato a Verona. Italiano ha perso a gennaio uno da 20 gol in 24 gare
“In questo momento non riusciamo ad avere un grandissimo goleador”. E’ l’amara considerazione di Vincenzo Italiano dopo Milan-Fiorentina, l’ennesima gara a secco di gol della sua squadra, pensata per un calcio offensivo e dominante sul piano del gioco. Quanto sarebbe importante avere uno ‘stoccatore’ che finalizzasse il gioco. Che sfruttasse al meglio i tanti cross che vengono fatti (la Fiorentina è 2° in Serie A dopo l’Inter per cross fatti). Invece, alla lunga, il cambio proprio là al centro dell’attacco è stato (a dir poco) a perdere.
ALTERNANZA. Perché Piatek aveva garantito subito una buona dose di gol (ben 6 nelle prime 10 gare giocate), poi però è emersa soprattutto la sua difficoltà ad interpretare il lavoro con la squadra chiesto da Italiano. In più ci si è messo anche l’infortunio in Nazionale a frenare la sua corsa (l’ultimo gol col Verona il 6 marzo), aprendo la strada ad Arthur Cabral. Il brasiliano, dopo il gol (inutile in termini di risultato) con il Sassuolo, ha trovato continuità ed è cresciuto. Questo è evidente. Anche a San Siro al di là di tutto ha fatto una buona gara, aiutando i compagni, smistando i palloni, creandosi quel colpo di testa su cui Maignan ha dovuto fare una ‘paratona’. Però alla fine conta il gol. E i gol non arrivano.
UN GOL IN 10 GARE. Cabral in totale è a quota 2 centri in 13 gare in maglia viola (una rete ogni 359′ giocati), Piatek a 6 gol in 15 presenze (una rete ogni 137′ giocati). Ma in generale per la Fiorentina è arrivato solo un gol da uno dei centravanti nelle ultime 10 partite, ovvero quello (bellissimo) di Cabral a Napoli. Poi diverse occasioni, magari buone giocate ma polveri bagnate.
SENZA VLAHOVIC. Si torna sempre lì, ma perché il tema è alla fine quello. Senza Vlahovic la Fiorentina ha dovuto cambiare la sua impostazione, è riuscita a restare in corsa sul doppio fronte trovando più equilibrio ma perdendo pericolosità offensiva. A gennaio Italiano ha perso un giocatore con cui aveva lavorato a fondo fin da Moena, provando e riprovando movimenti per far girare al meglio tutta la sua Fiorentina. Il serbo ha lasciato i viola dopo aver fatto 20 gol in 24 partite tra campionato e Coppa (media di una rete ogni 102′ giocati), da lì in poi il gruppo ha dovuto riassestarsi, si sono dovuti integrare i nuovi (mai facile a campionato in corso, specie per chi arriva da campionati diversi) e si sono trovate nuove soluzioni. Non a caso Torreira è diventato il capocannoniere viola in campionato, con 5 gol e tante zampate decisive. Ma alla lunga i nodi sono venuti al pettine.
FUTURO. Ora tre partite per provare a giocarsi il sogno Europa. Poi grandi riflessioni si apriranno proprio sul ruolo del centravanti. Arthur Cabral è un giocatore della Fiorentina e probabilmente su di lui, con una preparazione fin dall’inizio a Moena e con questi mesi di esperienza, si può poggiare il nuovo attacco. Per Piatek invece il riscatto a 15 miioni pare utopia: più facile tenerlo se l’Hertha Berlino aprisse ad un rinnovo del prestito, altrimenti si andrà su un altro centravanti comunque di buon livello da affiancare al brasiliano. Da mesi si parla del giovane Agustin Alvarez del Penarol, ci sarebbe l’occasione Belotti a zero. Ma non solo. Di sicuro, dopo aver perso Vlahovic, la nuova Fiorentina dovrà ripartire con più peso là davanti. Perché negli ultimi mesi sono mancati parecchio i gol del centravanti.
Di
Marco Pecorini