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Da Torreira a Grillitsch fino a Italiano, un interrogativo tira l’altro. Tra buoni, cattivi e (i soliti) dubbi

Torreira e Italiano

Clima pesante attorno alla Fiorentina. Con più di un interrogativo che sorge dal momento che sta vivendo il club viola

Possibile che siano sempre gli altri i cattivi? A volte viene da chiederselo (e se non viene da sé sarebbe forse giusto farsi due domande). Sarà un caso che l’iter si vada ripetendo, pur cambiando i soggetti in causa? Potrebbe anche esserlo, per carità, ma in proposito sorge più di qualche interrogativo.

COMMISSIONI. Se, ad esempio, si fa della lotta alle commissioni per procuratori e famigliari un precetto basilare, perché la Fiorentina continua a cercare e trattare calciatori in regime di svincolo? E una volta che si arriva ad imbastire una trattativa, visto che è ormai pratica comune la richiesta di commissioni, perché non si chiude subito a tale evenienza, mettendo in chiaro il no ad ogni eventuale commissione, piuttosto che portare avanti per giorni e giorni quelle operazioni? Nel caso di Grillitsch, ad esempio, se è vero che la Fiorentina lo seguiva da mesi, com’è possibile che si sia arrivati alla rottura solamente dopo settimane dinanzi alla richiesta di 2 milioni di euro arrivata dal padre dell’austriaco? Si poteva, forse, chiarire subito che la società viola non avrebbe accettato tale epilogo? Il problema, infatti, non è tanto il combattere tale battaglia, anzi (il supporto, in tal senso, non è mai mancato) ma piuttosto veder sfumare trattative avviate e portate avanti fino quasi alla chiusura per questioni ampiamente prevedibili. Per lo più nel momento in cui, dopo aver rotto con Torreira, serviva come il pane qualcosa su cui fare appiglio e per mandare un segnale. Con Belotti, accadrà lo stesso? Non è che, nel momento in cui davvero si dovesse raggiungere un’intesa, spunterà qualcuno che vuole una commissione?

TORREIRA. A proposito del centrocampista uruguaiano le versioni continuano a non collimare. Ma anche in questo caso viene spontaneo chiedersi come mai, nonostante gli accordi presi un anno fa, la Fiorentina abbia deciso di cambiare i ‘patti’ sia con l’Arsenal che col calciatore stesso, arrivando alla rottura e dando l’idea che tutto sia accaduto d’improvviso. Se è più che lecito non esercitare un diritto di riscatto, non si capisce perché si sia arrivati al proverbiale ‘lancio di stracci’. Chissà che di mezzo non ci sia anche in questa situazione una richiesta di commissione che, tuttavia, sarebbe stata meno illogica di altre dal momento in cui, grazie all’intermediazione del procuratore, hai preso un calciatore che ti ha fatto la differenza non pagandolo niente (grazie al numero di presenze raggiunto), con un ingaggio più basso, che aveva già accettato di restare a cifre più basse rispetto a quanto percepiva (e percepirà) all’Arsenal, con un pagamento dilazionato in più rate (cosa che, quando compri dalla Premier difficilmente si ottiene).

ITALIANO. E poi c’è Italiano, con un discorso che parte da lontano. Tra le battaglie di Commisso c’è sempre stato il rispetto dei contratti. Quante volte è stato ribadito dalla proprietà e dalla dirigenza che la Fiorentina ci tiene al rispetto dei contratti? Peccato che, tuttavia, si stia parlando di un settore lavorativo anomalo, in cui vigono regole tutte particolari. Nel caso di un allenatore, ad esempio, se emerge del malumore va risolto, non cedendo a ricatti, ma neanche pensando che ‘tanto ha il contratto’. Basta ricordare gli ultimi mesi di Paulo Sousa a Firenze, tra parole pubbliche di scherno verso la stessa società, atteggiamenti in panchina a dir poco discutibili e un andamento della squadra che crollò (non per caso) a picco. Italiano ha dimostrato col lavoro nella passata stagione di poter essere un valore aggiunto molto importante. Pensare che ‘morto un papa se ne fa un altro’, concetto espresso (in maniera infelice) da Lorenzo Venuti sull’addio di Torreira, valga per tutto e tutti potrebbe essere un pizzico riduttivo. E non solo nel caso di Torreira, ma anche in riferimento alla figura dell’allenatore che, col suo lavoro tecnico, tattico e mentale, ha rigenerato una rosa che in larghissima parte si era salvata per il rotto della cuffia. Nel calcio, come detto, vigono regole non scritte. E da qui l’interrogativo: possibile che si vengano a creare sempre delle problematiche dinanzi a tali situazioni? O forse, anche nel caso di Italiano, il problema è da ritrovare nel suo entourage, cioè Ramadani? Il che risulterebbe, in caso, difficile da credere visto l’asse che continua a vedere la Fiorentina in affari col manager che, ad onor del vero, ha portato una valanga di milioni con le operazioni in uscita e non ha mai fatto sgarbi al club viola (nuova e vecchia proprietà).

Insomma, tutto può accadere. Spesso, però, succedono sempre le stesse cose. Ed è proprio ciò che più preoccupa. Non tutte le ciambelle, infatti, riescono col buco.

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