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Era un partente (quasi) sicuro, prima della ‘cura’ Italiano e del pressing sia di Pradè che di Commisso. Alla fine Christian Kouame è rimasto alla Fiorentina. E meno male, perché in questo inizio di stagione complicato è stato forse il migliore insieme ad Amrabat e Sottil. Una vera risorsa per l’allenatore, che prima lo ha lanciato a sorpresa da esterno, poi ieri da centravanti. Con risultati oltre le aspettative.
LA FIDUCIA. “Ringrazio tutti anche perché quando sono tornato a Firenze non sapevo se sarei rimasto o meno”, aveva detto Kouame prima della Juve, quando con il suo gol ha fatto esplodere la Fiesole. “Allenandomi il mister mi vedeva esterno e mi ha messo lì. Lo ringrazio perché mi ha dato grande fiducia. Ringrazio lui e la società per l’opportunità che mi stanno dando“. Una permanenza per niente scontata, anche perché l’ivoriano, dopo la buona stagione in prestito all’Anderlecht, voleva giocare con continuità, non essere considerato una riserva. Si è preso un posto importante a Firenze, dopo anche le parole di stima di Commisso e di Pradè. “Mi confido con Joe e Pradè, ho dato il messaggio che Kouame non doveva andare via “, aveva detto Rocco, qualche giorno dopo quella foto che certificava la permanenza in viola dell’ivoriano. “E’ entrato in una maniera incredibile, spero che Christian capisca quanto noi lo vorremmo tenere. Capisco anche lui, che ha voglia di giocare più partite possibili. Ma qui il mister ha dimostrato che c’è spazio per tutti“, le parole di Pradè dopo il Napoli, quando l’ex Genoa entrò molto bene in partita. “Mi fa piacere parlare di Chri per come si allena e la disponibilità che dà durante la settimana”, disse Italiano dopo la stessa gara. “È davvero un professionista esemplare. Anche oggi è entrato benissimo in partita, ora vediamo perché sono risposte di un ragazzo che ti mette in difficoltà. Per le liste bisognerà fare scelte su ragazzi che danno sempre l’anima, però nel calcio tutto è modificabile: in questo momento Kouame si danna l’anima e lo ringrazio. Gli faccio i complimenti”.
FINALMENTE UN CENTRAVANTI. Liste che poi hanno tolto dalla disponibilità Benassi ma non Kouame, sempre più al centro degli schemi di Italiano. O meglio, prima sulla fascia, poi sì, proprio nel mezzo. Perché anche nella vittoria scaccia-crisi (speriamo) con il Verona Kouame è stato tra i migliori in campo. Non solo per le occasioni create (alcune poteva concretizzarle meglio) e per il rigore conquistato, ma soprattutto per l’interpretazione del ruolo di centravanti. Con le sue caratteristiche, sia chiaro, ma l’ivoriano ha fatto vedere quello che Cabral e Jovic non avevano mai fatto intuire fin qui: tagli offensivi a creare spazi per i compagni, bei cambi di gioco, movimenti sia a legare la squadra che in profondità. E infatti la Fiorentina ha avuto molte più soluzioni a disposizione rispetto alle altre partite. Certo, alcune lacune tecniche rimangono, è vero, ma l’intuizione di Italiano è interessante. Molto interessante.
TRA I MIGLIORI. E il bottino, fin qui, di Kouame dice di un gol (quello pesante alla Juve), un assist (quello contro al Cremonese) e un rigore conquistato (poi fallito ieri da Biraghi). Tutto questo al Franchi, tra l’altro. In quello stadio che sognava da bambino quando giocava tra Sestese e Prato. E’ il quinto tra i viola per minutaggio in campionato, in campo in 9 delle 11 gare stagionali della Fiorentina. Insomma, una risorsa vera per Italiano. Prima esterno, ora anche centravanti. Dopo un ritiro con la valigia in mano e il tris di amichevoli internazionali vissuto quasi da spettatore (appena 2 minuti contro il Galatasaray). L’inizio di stagione però ha raccontato di un ragazzo dalla grande determinazione che si sta togliendo soddisfazioni. E sta togliendo, soprattutto, diverse castagne dal fuoco alla Fiorentina.
 
												
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																							 
																							 
																							 
																							 
									 
																	 
									 
																	 
									 
																	 
									 
																	 
														
Di
Marco Pecorini